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martedì 31 dicembre 2013

Un ingrediente per due: la lenticchia


Mentre scrivo mi chiedo con che faccia si possa pubblicare una ricetta subito dopo Natale quando tutti sono ormai satolli e solo a vedere un panettone incartato vien la nausea.

Perché va bene che il Natale non è più quello di una volta e che ormai si può mangiare tutto tutti i giorni ma alla fin fine Natale è sempre Natale come d'altronde domenica è sempre domenica - che se domenica fosse lunedì sarebbe una gran ciulata - e io mangio appunto quello che non mangio durante il resto dell'anno anche se so che potenzialmente potrei farlo e ciò mentalmente mi tranquillizza perché mi permette di prendere porzioni normali - di 15 portate ma porzioni normali - che se davvero mi toccasse aspettare un anno per rivederle mi premunirei e ne mangerei il doppio, non lo faccio.
E se non avete capito a che cosa è riferito il non lo faccio non chiedetelo a me perché non lo so più manco io.

Comunque, a proposito di cose che mangio solo a Natale ma che potrei mangiare sempre ma che invece non mangerò più, c'è il cappone. 
Che quest'anno ho tentato di comprare in un allevamento etico. 
Che nel momento stesso in cui ho aperto la bocca per chiedere se l'avevano, con la mano stavo già cercando a tastoni la pala che tengo in borsa per emergenza dato che a far figure di merda ci sono avvezza. 

Tipo quella volta in cui chiesi come mai  nella foto di compleanno al ristorante una cameriera era affettuosamente abbracciata alla festeggiata e mi fu risposto che non era mica la cameriera ma la zia, oppure quando chiesi chi mai avrebbe potuto comprare quella macchina che faceva così tanto cagare e mi fu risposto ce l'ha mia madre e così via. 
E potrei andare avanti ore ma anche no.

Tornando ai volatili, non voglio smettere di mangiare il cappone solo per evitare altre figure del cazzo nel nuovo anno ma, soprattutto, dispiacere per la sua virilità a parte, perché non mi è ancora esattamente chiaro il motivo per il quale si debba castrare un pollo per farlo ingrassare a dismisura quando poi tocca cuocerlo per ore e ore per eliminare tutto il grasso. 
Ma allora sarà mica uguale comprare due polli normali?

E con questo spunto di profonda riflessione vi lascio all'ultima puntata della rubrica "un ingrediente per due" e vi saluto augurandovicisivivici scaramanticamente che questo nuovo anno in arrivo sia meno merdoso del precedente anche se tanto già so che domani sarà uguale a oggi e dopodomani a ieri e domani l'altro meno di giovedì ma più di martedì. 

E no, non vi farò nessun elenco di lamenti (tranne dirvi che per stare in tema con la merda ho scampato per un soffio di far capodanno con le emorroidi, nome che già onomatopeicamente fa rabbrividire. E non fate quelle espressioni lì che il gnao ce l'ho mica solo io) anche se so che le frigne fanno audience, perché ognuno c'ha già i propri cazzi amari a cui pensare e di solito sono più che sufficienti quelli per non aver voglia di sorbirsene altri.

E ora andate in pace.
Ci leggiamo l'anno prossimo.

Grazie anche stavolta a Comandante Amigo che mesi fa entrò in sordina per darci una mano con una scheda ed invece l'abbiamo fregato e gliele abbiamo poi fatte fare tutte. 


"La lenticchia è una pianta leguminosa nota ed utilizzata sin dall'antichità. E’ stata una delle prime piante ad essere utilizzata in agricoltura a partire dai tempi della ricca e verde Mesopotamia.

Trovo che il suo nome scientifico sia un vero e proprio invito alla cultura gastronomica slow: Lens culinaris!



Ricca di proteine e di ferro, questa leguminosa è una pianta annuale erbacea con foglie alterne, composte e pennate, terminante con un viticcio (il ricciolino terminale che troviamo ad esempio nelle viti). I fiori sono di colore bianco o azzurro pallido ed a corolla. I frutti sono baccelli appiattiti contenenti due semi che possono essere di colore diverso a seconda della varietà di lenticchia con cui abbiamo a che fare.

La produzione mondiale non è elevata ma questo prodotto è molto utilizzato in tutte le ”cucine” del mondo ed è ora coltivato nelle aree a clima temperato e non cresce praticamente più allo stato selvatico.

A livello culinario le lenticchie vengono utilizzate secche e quelle a buccia spessa devono essere tenute in ammollo prima di essere impiegate. 

A livello di territorio italiano possiamo segnalare, fra le notevoli varietà: 

lenticchia di Castelluccio di Norcia, lenticchia di Colfiorito, lenticchia di Santo Stefano di Sessanio (che non è uno scioglilingua come la parola scioglilingua ma è un piccolo paese dell’Abruzzo), lenticchia di Ustica, lenticchia di Onano e lenticchia di Rascino nel Lazio, lenticchia di Altamura, lenticchia di Villalba in Sicilia, lenticchia di Ventotene e lenticchia di Valle Agricola (che non è uno scherzo ma un comune in provincia di Caserta e comunque lì la lenticchia ci si trova bene!).

Le lenticchie, forse per la loro forma che può ricordare quella delle monete, sono associate al denaro ed alla prosperità. Per questo motivo in molte zone d’Italia durante il cenone di San Silvestro, vengono proposte in accompagnamento a cotechino o zampone per augurare a chi le consuma un nuovo anno più fortunato e ricco. 

Io quest’anno non le mangerò al cenone di fine anno perché sono ricco di famiglia e fortunato dalla nascita e non ho bisogno di altro ma soprattutto perché sono riuscito a farmele cambiare in banca con banconote di carta! 

Scherzi e bischerate a parte, auguro a tutte voi lettrici e lettori del post, un anno pieno di gioia, amore ma soprattutto ricco di salute che è poi l’elemento fondamentale per raggiungere anche le altre cose!

Poi se siete scaramantici o se volete solamente rispettare le tradizioni, le lenticchie mangiatele pure al cenone, ma cercate di mangiarle anche durante il resto dell’anno perché sono buone e fanno bene. Poi non si sa mai… dovessero davvero portare la buena suerte!"


Ecco qui la mia ricetta e qui quella di Serena

Crackers di lenticchie verdi

Ingredienti per un certo numero di crackers:

100 g di farina di lenticchie verdi
mezzo spicchio d'aglio spremuto (ho scoperto lo spremiaglio! Gioia e gaudio)
mezzo cucchiaino di semi di cumino
4 cucchiai d'olio
acqua qubi

Mischiate il tutto fino ad ottenere un composto lavorabile.
Stendetelo ad un paio di millimetri di spessore, tagliate come volete e cuocete in forno ventilato a 140° C fino a doratura (circa 20-30 min).
Se volete, accompagnatele a qualche salsa anche se mi chiedo che razza di coraggio avete dato che siete già pieni come tacchini il 4 di luglio.
Tenete conto che la farina di lenticchie è amarognola quindi questi cosi potrebbero non piacervi (avevo scritto cagare ma ho fatto un check e siamo già a un cazzo e due merde così ho pensato per il momento potessero bastare).
Però il buonumore che vi metterà addosso il cantare a squarciagola "mi ricordo lenticchie verdi" compenserà tutto il resto.

mercoledì 31 luglio 2013

Un ingrediente per due: la zucchina


Io con le zucchine ho un po' un rapporto di amore-odio.
Tendenzialmente mi piacciono, ma quando capita che son troppo profumate, di quel profumo che mi ricorda i fiori del cimitero ecco, lì faccio fatica a mangiarle, che mi pare di stare in una camera ardente e non è mica tanto bello.
E non ho ancora capito se dipende dalla freschezza, dalla cottura o dalla varietà ma, nel dubbio, quando mi pare odorino troppo, le mischio ad altro.
E poi c'avevo in mente da un po' sta cosa della catalogazione mentale di frutta e verdura, che a me sta differenza non mi è mica molto chiara.
Tipo: il pomodoro è un frutto ma è considerata una verdura perché non è dolce. La patata dolce però è comunque considerata una verdura. Il melone si mangia col prosciutto, così come i fichi. Con le carote ci si fa una torta e le melanzane si fanno col cioccolato. E l'ananas si mangia coi gamberetti.
E allora scusa, perché non usare le zucchine per una torta dolce??!

E così mi è sembrato di aver avuto un'idea innovativa e geniale. 
Finché poi non ho aperto Google e ne ho trovate milioni uguali alla mia.
Ma io, ovviamente, ho provato lo stesso.
Un paio di volte. 
Al primo tentativo ho fatto una specie di quattro quarti a caso.
Tipo: per teglia da 20 cm ho usato 200 gr di farina, 2 uova, 200 gr di zucchine, 100 gr di zucchero e 100 gr d'olio di semi e ovviamente un paio di cucchiaini di lievito. E l'ho cotta a 180° statico per circa 40 min.
Buona e soffice. Ma le zucchine non si sentivano per niente.
Anche se forse in realtà era colpa della farina di avena mischiata con quella di castagne. 
E con quella di segale. E con l'integrale. E con quella di riso. E anche con un po' di quella di quinoa. 
O forse era colpa dello zucchero di canna scuro.
Anche se forse invece eran proprio le zucchine a non sapere di un cazzo.

E così ho riprovato.
Con la ricetta che riporto sotto.
Con meno farina, meno uova, meno grassi e meno zucchero.
E anche se di solito a far le cose light vien fuori una merda, è invece venuta fuori una cosa un po' strana ma buona. Un po' umida, gommosetta, ma piacevole.
Che vagamente ricorda la torta magica, quella che va di moda ora nel web, che viene tipo tre strati con uno più cotto, uno che sembra un budino denso e uno che sembra un pandispagna. 
Che peraltro è identica alle torte che venivano di merda a mia mamma quando non le lievitavano a dovere o non le si cuocevano bene e smontavano appena tirate fuori dal forno rimanendo gnucche. 
E lei mica lo faceva volutamente. 
Pensate che invece ora c'è gente che le fa sbagliate apposta.

"La zucchina è quell'affare più o meno verde, più o meno lungo, più o meno tondo e più o meno costoluto, che appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, ovvero la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni e delle angurie.

Orginaria del Sud America, la sua pianta non ha fusto legnoso ma foglie verdi un po' pelose e molto grandi.
La parte che si mangia è la bacca, che viene raccolta e consumata quando ancora acerba. E che altrimenti, se lasciata sulla pianta troppo tempo, diventa grossa, giallastra, piena di semi e fa schifo.
I suoi fiori invece, che ovviamente si mangiano pure quelli, sono o maschili, più grandi e con solo un peduncolo lungo, o femminili, più piccini e con una zucchina attaccata.
Come noi insomma.

Il periodo giusto per consumare le zucchine, manco a dirlo, è la tarda primavera-estate.
Anche perchè sennò avremmo fatto un altra scheda.
Ovviamente si possono comprare tutto l'anno, ma negli altri mesi lasciatele pure sui banchi che tanto son coltivate in serra e non sanno di niente.

Quando però le acquistate prediligete quelle più piccole e sode, che saranno le più saporite e fresche.
Conservatele in frigorifero e cercate di consumarle in fretta, dato che già dopo 3/4 giorni inzieranno a diventare mollicce, amare e spugnose.

E perchè abbiamo scelto questo ortaggio?
Perchè è di stagione, è delicato, è versatile, costa poco, si trova ovunque, si può mangiare cotto ma pure crudo, si può far lesso, saltato, fritto, al forno, in umido, al vapore, ha poche calorie, molte vitamine e tanta acqua.
Ma soprattutto, perchè in sto periodo ne abbiamo un casino nell'orto."

Ecco qui la mia ricetta e qui invece quella della Serena.

Ingredienti per una torta da 20 cm di diametro:

300 gr di zucchine
2 uova
120 gr di zucchero
200 gr di farina 0
mezza bustina di lievito 
50 gr di olio di semi (io ho usato quello di mais)

Prendete le zucchine. Vanno bene quelle meno buone, quelle acquose, quelle coi semi, quelle che vi siete dimenticati sulla pianta, quelle tonde che non avete voglia di riempire, quelle più vecchiotte.
Ecco, prendetele e tagliatele a tocchi grossi e mettetele nel blender con il resto degli ingredienti (Dio, ma perché usavo l'impastatrice e non il frullatore per gli impasti morbidi??? A far le torte ci si mette 4 secondi!!). Imburrate e inzuccherate abbondantemente la teglia lasciando lo zucchero in avanzo sul fondo, che poi caramellerà un po' in cottura ed è più buono.
Versateci la sbobba e cuocete a 150° statico per circa 50 minuti, fino a che la superficie non sarà dorata.
Fate raffreddare e poi assaggiate.


mercoledì 10 luglio 2013

Non chiamateli gnocchi alla romana


Ingredienti per 2 persone (ma anche 3):

200 gr di farina di lenticchie verdi
500 ml di acqua
una manciata di foglie di basilico
una manciata di mandorle tostate
sale e olio qubi.

Non chiamateli gnocchi alla romana.
Perchè infatti non c'entrano niente.

Ve lo dico, ci sono un po' di cose che devo fare da tempo e che mi voglio levare dalla lista dei to-do prima che torni un altro settembre e io rinizi con le solite menate dei rimorsi rimpianti buoni propositi e bla bla bla.
Che sono estremamente pigra e che mi nasconda sempre dietro al "sono sempre presissima" già lo si era capito, quindi nessuno si stupirà del fatto che a distanza di tre mesi io Finalmente pubblicizzi il Favoloso Fantasmagorico e Fantastico magazine con il quale collaboro ideato da quelle tre Fighissime donne quali sono Federica, Francesca e Fausta.
E non lo dico perchè ci sono pure le mie ricette e per far la solita lecchina di sta cippa, ma solo perchè è vero. 
Quindi, se non l'avete ancora sfogliato, prendetevi cinque minuti per leggere Threef, che tanto che non avete tempo non ci crede nessuno.

La seconda cosa che devo sottolineare è il contest di Siena. 
Riguardatevi dalla Patty il post, le scadenze e le info che se avete un blog e non partecipate poi vi meno.
E già che ci siete scaricatevi pure la App che trovate qui affianco.
Che non si poteva non fare dato che si sa che c'è una App per tutto.

La terza cosa riguarda questo post, che avevo promesso da mesi di dedicare alla mia amicollega, che chiamerò per comodità Sebastian (per non dire zampogna o vacca o bruttoculopeloso, nomignoli che usiamo abitualmente in modo affettuoso), che mi sopporta quotidianamente da oltre sei anni e che praticamente vedo più di mia madre.
E le dedico sto post non tanto perchè le voglio bene (ah ah ah. Credici), quanto perchè porcatroiasonoseicazzodianni, e dico S-E-I, che mangi i legumi come contorno all'hamburger solo perchè non ti sembrano un piatto! 
Ma perdio! Ma possibile che non hai ancora capito niente??! 
Nonostante tutti i link, i post, le spiegazioni che ti ho dato, com'è possibile che siamo ancora all'ABC??!
E quindi questo piatto è per te. 
E non il sole che splende a luglio e i cani e ogni cosa che c'è (a meno non ci si riferisca a scottature e merde).
E' per te un altro piatto unico light e completo (ma se ci metti un po' di cereali è meglio, anche se ormai dovresti saperlo) che ti farà sentire meno in colpa quando poi ti ammazzerai di kinder delice fredde di frigo.

Per preparare questi specie di...di? Gnocchi? Frisbee? Dischi volanti? Ho preso ispirazione dalla ricetta del pane e panelle che ho visto su un libro di Jamie Oliver che ho a casa.
Anche se il perchè io abbia in giro un volume di ricette della tradizione italiana scritto da un Inglese e per giunta abbia il coraggio di consultarlo, ancora mi sfugge.
Comunque, si diceva che ho visto la ricetta delle panelle. 
Però, non volendo friggere e non avendo in casa farina di ceci ma solo farina di lenticchie verdi (ciao Marcella Bella), ho tentato con quella.
Che non c'entra una mazza ma che fa tanto Nigella con cose del tipo: "eh, in questa ricetta ci vorrebbe il prezzemolo ma ho solo del basilico e ci metterò quello che tanto è verde uguale". 
Eh, Nigella, meno male che non avevi in casa solo chessò, un'azalea.

Per fare questi affari, mescolate 200 gr di farina di lenticchie con mezzo litro d'acqua (da aggiungere pian piano che sennò fa grumi) e un pizzico di sale.
Mettete tutto sul fuoco basso, in un pentolino ovviamente, e cuocete, sempre mescolando con una frusta, per circa 10/15 minuti fino a che il composto si addenserà tipo una polenta.
Se poi non avete mai fatto la polenta peggio per voi.
Togliete dal fuoco e versate il tutto da una qualche parte (io ho usato una teglia rettangolare da 26x20 cm foderata di carta forno) fino ad ottenere una roba alta circa un cm scarso. 
Per non dire 0,8 cm. 
Anche se poi pure 0,7 va bene.
Fate raffreddare per almeno una mezz'ora se è inverno e 45 min se è estate poi, usando un bicchiere un coppapasta uno stampino una tazza, ricavate dei tondi (i miei son da 5 cm di diametro).
Metteteli in una teglia leggermente unta d'olio e condite con quello che volete.
Io, che di norma opto per la dieta dissociata, nel senso che mi dissocio dalle diete, ho preparato una salsa frullando una manciata di foglie di basilico con olio extravergine e una manciata di mandorle tostate salate (se vi capitano sotto tiro, provate quelle del marchio Solidale Italiano che si trovano nelle botteghe Altromercato, che sono di una bontà suprema).
Ed ho poi aggiunto pomodorini, anche se questo lo si vedeva nella foto e non c'era bisogno di dirvelo.


domenica 28 ottobre 2012

Il pane dolce alla crema speziata di noci


Ingredienti:
250 gr di farina 0
250 gr di farina di farro integrale
2 uova medie
100 gr di zucchero di canna
1 cucchiaino di lievito di birra secco
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale
semi di lino, girasole e zucca
un tuorlo per spennellare 
 
Per il ripieno:
100 gr di noci sgusciate
3 cucchiai di miele d'acacia
un cucchiaino di spezie miste in polvere (cannella, zenzero, anice stellato, chiodi di garofano, noce moscata, cumino

Quando ho visto la ricetta di questo mese dell'MTC prima ho esultato per il fatto fosse un lievitato dolce, poi ho iniziato a sudare freddo pensando si trattasse di qualcosa di serio e anche un po' sacro e che avrei dovuto autocensurarmi nello scrivere il post perchè questa volta non sarebbe stato il caso di fare la cazzona come al solito.
Merda ho detto cazzona. Oddio ho detto merda. Oddio ho detto Oddio.
Ecco. Lo sapevo che non avrei dovuto essere blasfema. 
E che per questo sarei stata punita.
Infatti ho dovuto rifare questo pane tre volte per ottonere un risultato decente.
La prima volta è rimasto appiccicoso e non ha lievitato a dovere.
La seconda non è lievitato comunque e in più mi è rimasto crudo in mezzo.
La terza è andata un po' meglio. 
Ma ho rischiato di perdere denti e frullatore dato che mi sono rimasti in mezzo accidentalmente dei gusci di noci.
Chissà cosa mi sarebbe capitato se ci avessi provato una quarta.
E sono comuque riuscita ad ottenere solo una treccia dato che l'impasto era talmente piccolo ed elastico da riuscire malapena a farci tre pezzi.
E già che ci siamo, questa mi pare anche l'occasione giusta per confessare che le prime due volte ho usato dell'olio di semi di girasole al posto dell'extravergine, avendo in casa solo dell'olio d'oliva molto forte, e che per qualche momento mi anche è passata per l'anticamera del cervello l'idea di non dirlo, che tanto dalle foto non è che si sarebbe capito, ma il pessimo risultato ottenuto è stata solo l'ennesima riprova che da lassù qualcuno mi osserva. 

Come ricetta ho eseguito alla lettera quella di Eleonora, che è spiegata benissimo nel suo post, sostituendo solo metà della farina 0 con farina integrale di farro e lo zucchero bianco con quello di canna.
Per il ripieno invece ho preso 100 gr di noci sgusciate e le ho frullate con un paio di cucchiai d'acqua fino ad ottenere una crema omogena.
Ho ridotto in polvere un anice stellato, un cucchiaino di chiodi di garofano, un cucchiaino di cannella, mezzo cucchiaino di cumino, mezzo cucchiaino di zenzero in polvere, mezzo cucchiaino di noce moscata.
Ho aggiunto un cucchiaino abbondante di queste spezie alle noci e ho messo via il resto che non è che potevo frullare solo 5 grammi di roba.
Ho aggiunto tre cucchiai di miele d'acacia e con questo composto ho farcito i salami da arrotolare per fare la treccia.
Ho spennellato poi con del latte (muahahah non è vero era un tuorlo, l'ho detto solo per vedere se i giudici erano attenti) e ho cosparso con un mix di semi di lino, girasole e zucca.
Ho cotto come da istruzioni. 

Con questa ricetta partecipo all'MTC di ottobre.







giovedì 12 luglio 2012

Gnocchetti di melanzane e farina di ceci



Ingredienti per 4 persone:
due melanzane medie o tre piccole
300 gr circa di farina di ceci
mezzo spicchio d'aglio
la buccia grattugiata di un limone
una punta di curcuma
una presa di sale
Per la salsa di pomodoro crudo:
due pomodori maturi e sodi
un cucchiaino di capperi
qualche oliva nera
qualche foglia di basilico
una manciata di mandorle tostate
olio extravergine di oliva

E' nato prima il post o la ricetta? 
Questo per me è uno di quei misteri che rimarranno per sempre irrisolti come quello dell'uovo e la gallina, dell'origine dell'universo o del perchè mai abbiano prodotto trasmissioni come Mammoni e Tamarreide. 
Programmi che, ci tengo a sottolineare con l'evidenziatore, ho seguito solo sporadicamente e anche un po' spasmodicamente per una questione prettamente antropologica. Cosa che comunque ancor mi pento di aver fatto e motivo per il quale tutt'ora giro col cilicio e mi flagello anche un po' ogni sera prima di andare a letto. 
Vi dico subito che non mi addentrerò nel suddetto argomento per evitare di diventare scurrile come uno scaricatore di porto al quale hanno appena fregato il portafogli e pestato un piede, con tutto il rispetto per gli scaricatori di porto e per i piedi, ma passerò subito al perchè di questa domanda esistenziale. 
Il fatto è che io finora ho sempre fatto ricette e scritto il post di conseguenza, ma avendo ormai esaurito l'archivio di quelle pronte e non cucinando quasi più sempre per il caldo di cui non vi voglio parlare, mi capita ormai di scrivere prima il post e successivamente farci una ricetta sopra, giusto per rendere le cose semplici. E non che questo sia un problema, è solo che di fatto continuando così, l'equilibrio tra numero di ricette e quantità di cazzate si sposterà pericolosamente dalla parte delle seconde, segnando forse un naturale cambiamento di questo blog. 
Un po' come chi partorisce evolve in un mommyblog, io regredirò ad un stupidblog, che peraltro non è nemmeno catalogato.
In aggiunta a ciò, come se già questo non bastasse a destabilizzarmi, mi sto rendendo conto che blogspot mi ha preso in antipatia e sta considerando come spam la maggior parte dei commenti che io lascio sugli altri blog.
E a tal proposito lancio un appello: A.A.A. e anche Amici bloggergoogleisti araharharharha, siete gentilmente invitati a controllare periodicamente la cartellina "commenti" e "spam" nel menù del vostro blog, perchè LI' mi troverete. 
E mica fra le parole semplici ed il sapore di un mattino di primavera con gli occhi dell'amore, sia chiaro.
E tu, caro Signor Blogger di sta cippa, mi spieghi cos'è che hai contro di me? Cos'è che ti infastidisce esattamente nella parola SaleQuBi?? Si può sapere una volta per tutte??
Va che se continui così ti boicotto e passo a Wordpress. Ti avviso.

Passando invece alla ricetta, di questo piatto mi piacciono principalmente tre cose, ovvero:
è un secondo travestito da primo. Infatti si tratta solo di verdura e proteine vegetali e quindi va bene per tutti, belli e brutti. Va bene per chi è a dieta, per grandi e piccini, per chi è vegetariano, vegano, per chi è intollerante al glutine, al lattosio e così via. 
E' veloce. In mezz'ora è in tavola. Volendo si può anche preparare l'impasto il giorno prima e tenerlo in frigo pronto da cuocere.
Ultimo, ma non meno importante, non ha proteine miste. E questa è una cosa a cui tengo particolarmente.
Credo che, aldilà della scelta delle materie prime, alcuni accorgimenti siano da tenere in considerazione anche negli abbinamenti delle stesse.
Anche se a volte sembra più difficile, non è consigliabile mischiare proteine di diverso tipo perchè il nostro stomaco e intestino fanno molta più fatica a digerirle, dato che richiedono enzimi differenti.  
La scelta poi di non utilizzare farina di frumento ma farina di ceci, oltre ad un fatto di gusto, l'ho fatta perchè credo che variare il più possibile l'alimentazione sia la cosa migliore da fare per non affaticare l'organismo. A pensarci bene di frumento e di conseguenza di glutine, in commercio ce n'è tantissimo, raffinato, e tutto dello stesso tipo, dato che praticamente la maggior parte degli alimenti industriali sono a base di quello. Pensateci un momento: biscotti, fette biscottate, merendine, brioche, pane, pasta, pizza, dolci, basi pronte. Sono tutti a base di grano tenero o di grano duro. Una volta ce n'erano diverse varietà, i cosidetti grani antichi, come per esempio il kamut, il farro, il senatore cappelli. Tutte qualità che, essendo di minore resa e più difficili da coltivare, in nome del solito Dio denaro sono state soppiantate da un unica varietà, che l'industria ci propina continuamente. E poi ci si stupisce di quante persone intolleranti ci siano. Ci credo, provate a mangiare per anni e anni solo pomodori e vediamo se prima o poi il vostro corpo non si ribella.
Ecco, ora mi posso togliere gli occhiali, scendere dalla cattedra, sciogliere lo chignon e spiegarvi finalmente come fare questi cavolo di gnocchi. Che vi ho pure detto che son veloci ma ci sto mettendo anni ad arrivarci.

Lavate e tagliate a metà le melanzane. Mettele in forno a 220° per circa 20 minuti. Dovranno ammorbidirsi ma non c'è bisogno cuociano totalmente, tanto poi le andremo a ribollire sotto forma di gnocchi.
Tagliatele poi a pezzetti e mettetele in una ciotola con l'aglio, una presa di sale e una di curcuma (dall'alto potere antiossidante e antitumorale) e la buccia di limone grattugiata ed iniziate a frullare col minipimer. Non levate la buccia dalle melanzane che tutte le vitamine sono propri lì e tanto una volta frullata non si sentirà più, promesso. Se avete tempo potete ripassare le melanzane in padella per asciugare l'acqua in eccesso, così vi servirà meno farina per l'impasto. Altrimenti aggiungete subito la farina necessaria ad ottenere un composto molliccio, che si possa modellare con due cucchiaini e sbattere nell'acqua bollente. Cuocete per due/tre minuti da quando i gnocchi salgono a galla e scolateli con una schiumarola.
Per la salsa di pomodoro cruda mettete tutti gli ingredienti in un mixer e frullate. Velocissima.

Con questa ricetta salata partecipo a Get an Aid in the Kitchen di Cucina di Barbara 






Con questa ricetta partecipo all'ultimo (sigh) contest di Ambra del Gattoghiotto "Piccola bottega di campagna" in collaborazione con Malvarosa Edizioni.


mercoledì 27 giugno 2012

Grissini di finta sfoglia senza burro


Ingredienti per circa 20 grissini:
300 gr di farina di farro integrale
150 gr di acqua
per la maionese:
1 uovo
200 gr di olio di semi di girasole
qualche goccia di succo di limone
un pizzico di sale
semi di sesamo
semi di papavero
paprika
sale grosso

Domenica ho fatto 30 anni. E mi sento uguale a sabato.
Ma inevitabilmente questa età, considerata un numero fondamentale per molti, mi porta a fare delle riflessioni sulla mia vita.
Del tipo:
sono almeno 15 anni che mi faccio la tinta.
Prima per cambiare il mio colore naturale. Poi quando finalmente sono maturata e ho deciso di tenermi il mio sono iniziati a spuntare i primi capelli bianchi. Precocemente. Il che mi obbliga ogni mese ad estenuanti sedute dal parrucchiere o a manovre da contorsionista a casa.
Sono almeno 15 anni che mi faccio la ceretta. Ovvero sono 15 anni che soffro. E anche di questo non posso farne a meno, dato che ho il colore della pelle inversamente proporzionale a quello dei peli. E vi dico solo che la mia pelle ha la tonalità di questo sfondo.
Sono almeno 15 anni che ho il ciclo e che ogni mese i miei ormoni impazziscono.
Sono almeno 15 anni che faccio finta di mettermi a dieta.
Ho studiato per quasi 15 anni.
Sono quasi 15 anni che lavoro.
Insomma in pratica la metà della mia vita sono stati anni del cazzo.
E cosa mi state chiedendo? Cosa mi aspetto dai prossimi 30?
E che ne so. Sono ancora troppo piccola per pensare a cosa farò da grande.

E dato che sono in vena di confidenze, per prima cosa ringrazio molto Mimi per aver pensato a me e per avermi girato il premio del versatile blogger e poi procedo svelandovi 7 cose che (forse) non sapete di me.

- Amo dire quello che penso ma poi ho paura delle conseguenze. Infatti vi dico che non mi piace continuare le catene di sant'Antonio ma che ora ho paura che Mimi mi mandi del ramandolo corretto alla polverina urticante.
- In alcune cose sono eternamente indecisa. Se esco per mangiare la pizza e dentro di me ripeto come un mantra pizza-pizza-pizza nel momento in cui arriverà il cameriere probabilmente ordinerò una lasagna.
- Quando vedo qualcuno che si mette le dita nel naso mi viene il voltastomaco. Se mai avrò un figlio girerà per casa con una molletta fissa al naso.
- C'è stato un periodo della mia vita in cui ogni volta che mangiavo fuori casa trovavo sempre un pelo o un capello nel piatto. Ora non mi succede più. Probabilmente non me ne accorgo e li inghiotto.
- Sono bipolarmente schizzinosa. O schizzinosamente bipolare. Ho dormito tranquillamente nei peggiori ostelli d'europa e mangiato ovunque roba di dubbia provenienza ma portatemi da Mc donalds e io avrò schifo di sedermi perchè mi sembrerà che tutto sia unto e bisunto.
- Sono estremamente disordinata ma vorrei essere ordinata. Mi piace avere un armadio con i vestiti in ordine cromatico ma dopo un ora dall'averlo sistemato pare ci abbia fatto scoppiare dentro i petardi.
- Adoro le sorprese ma solo quelle che mi aspetto già. Le altre tento di scoprirle.
- Mi sento estremamente a disagio se devo stare al centro dell'attenzione ma se non vengo considerata ci rimango male.
- A volte mi sento fuori dal coro e questa cosa mi piace per cui se anche dovevo dire solo 7 cose io invece ne dico 8.
- A volte mi piace andare controcorrente per cui, sempre se Mimi mi autorizza e non si offende, liberalizzerò il premio versatile blogger e lascerò che ogni blog del mio blogroll lo possa prendere liberamente a patto di scrivermi nei commenti 7 cose che non so di lui/lei.
- A volte non mi so trattenere e infatti sono arrivata a 11. 

E ora vi racconterò di questi ottimi grissini di non sfoglia che vanno benissimo per la mia non dieta.
In realtà il risultato non è propriamente una sfoglia, diciamo più una pasta croccante molto alveolata. Ma come si può pretendere di avere una sfoglia perfetta senza burro? Sarebbe come chiamare ciambella una torta senza il buco. Ma d'altronde non tutte le ciambelle nascono col buco. E non tutti i grissini sfogliati nascono di sfoglia. E non tutte le sfoglie nascono col burro. E non tutto il burro...ok, la smetto. 
Per questo impasto mischiate la farina con l'acqua tiepida fino a formare una palla liscia che lascerete riposare coperta per una mezz'ora.
Ovviamente potete usare la farina che volete, ma quella integrale gli darà quel non so che di rustico che ci sta proprio bene. E non mi stancherò mai di dirlo: cercate di comprare tutto biologico, ma soprattutto fatelo quando comprate qualcosa di integrale. La crusca esterna è quella su cui si depositano tutti i diserbanti e composti chimici con i quali le piante vengono trattate e nelle robe integrali ve le cuccate tutte. State attenti.
Preparate poi la maionese frullando l'uovo (in questo caso usiamo anche l'albume che tanto poi lo cuociamo) con il sale, il limone e l'olio. Qui maggiori dettagli.
Riprendete la palla di pasta e stendetela in un rettangolo.
Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe.
Avete ancora maionese? Ecco allora appiattite un po' con il mattarello va,  spalmateci un velo di maionese e chiudete a portafoglio con due pieghe.
Ah, aiutatevi anche con un bel po' di farina perchè l'impasto si ammollerà mano a mano che assorbirà la maionese.
Ora chiudete il rettangolo nella pellicola e fatela riposare in frigo per un paio d'ore.
Riprendetela, stendetela ad un'altezza di circa un centimetro, tagliate delle strisce di circa 2 cm di larghezza. Cospargetele con sale grosso e spezie varie. Arrotolatele su se stesse e cuocetele in forno a 200° per circa 10/15 minuti fino a doratura.

venerdì 25 maggio 2012

Gelèe di fragole e cioccolato


Ingredienti per quattro persone:
300 gr di fragole
2 cucchiai di zucchero di canna
qualche goccia di succo di limone
1 cucchiaino di agar agar o 2 fogli di gelatina
50 gr di cioccolato fondente
2 cucchiai di olio di semi di girasole

Avete forse un deja vu??! No, non sto cercando di confondervi. E' solo che sono appena entrata nel tunnel dei budini e delle gelèe. Stampatevi bene nella mente questa immagine perchè la vedrete ripetutamente. 
Conoscete forse qualche modo per disintossicarsi? Cerotti, metadone, budini elettronici finti, club dei budinisti anonomi ecc.?? Vi prego. E' un problema serio. 
No perchè io sono così, mi piace sperimentare ma a periodi entro in loop. Lo scorso inverno c'è stata la fase dei passati monoverdura. Frullavo di tutto. Ero la versione di "Non aprite quella porta" ma con un miniper in mano e facevo strage di verdure. Poi sono passata ai gazpachi estivi, che in realtà sono la stessa cosa. E ora alle gelèe. Help me.
E poi ho visto il contest di Bianca dove il primo premio è una scatola di latta. Io ADORO le scatole di latta. Ne ho una per tutto: per i medicinali, per il set da cucito anche se non so cucire ma non si sa mai, per le cose da non perdere, per i biscotti, per il set per la pulizia scarpe anche se non ho il set da metterci ma la scatola era troppo bella, per i trucchi. Ma quella per il tè mi manca. Come potevo non gareggiare? No, ditemelo. Ho smesso di comprarle perchè non ho più posto, ma se la vinco....beh in quel caso non conta. Un posto da qualche parte si trova.
Quindi sommando questi due fattori, il risultato è questa gelèe alla fragola con cuore di cioccolato fondente. Che è davvero una goduria. 
La procedura è la stessa del tortino di peperoni
Frullate le fragole con due cucchiai di zucchero di canna e qualche goccia di succo di limone. Misurate il volume e mettete l'acqua necessaria ad arrivare a 500 ml (circa 200 ml) in un pentolino con l'agar agar. Fate bollire per cinque minuti e aggiungetelo alle fragole. Rifrullate il tutto e versatelo negli stampini. Fate raffreddare in frigo.
Preparate intanto il ripieno sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente con 50 gr di acqua e due cucchiai di olio di semi di girasole. Prendete i budini ormai solidi, svuotateli parzialmente e mettete gli avanzi in un pentolino. Versateci un cucchiaio di ganache di cioccolato e infilate in freezer per una decina di minuti. Sciogliete nuovamente gli avanzi di gelèe e versateli sul cioccolato non appena sarà leggermente solido per chiudere e sigillare i tortini. Infilate ancora in frigo per almeno un'ora. Sformate e servite.
Come già detto partecipo al contest Delizie senza lattosio di Bianca come il latte.