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giovedì 24 luglio 2014

Quasi babaganoush


Dicono che la gravidanza sia un periodo bellissimo, che ti cambia, ti fa percepire il mondo in un modo completamente diverso, ti emoziona, ti fa commuovere, ti riempie di gioia.

Ci sono quelle che al terzo mese hanno già comprato il corredino, preparato la cameretta, comprato il passeggino la carrozzina il fasciatoio la sdraietta il seggiolone mille vestitini con le manichine a sbuffo mille tutine e pure il fiocco per la porta.
Ci sono quelle che vanno in brodo di giuggiole appena vedono una pancia, che fanno gli urletti, che ti toccano perché porta bene, che ti controllano se hai la pancia alta bassa larga lunga o piatta e poi ti dicono con certezza se sarà maschio o femmina.
Ci sono quelle che non parlano d'altro per nove mesi.
Ma pure dopo.
Che quando lo sentono scalciare si commuovono.
Che non vedono l'ora di chiacchierare con altre quasi-mammine.
Che per loro ormai il loro cucciolino fagiolino pisellino è già il centro dell'universo.
Ci sono quelle che piangono alla prima ecografia manco avessero vinto al superenalotto. Che la whatsuppano a tutti gli amici e i parenti. Che la postano su facebook. Che la incorniciano e l'attaccano sul frigo.

E poi ci sono io.
Che in fondo sono ancora la solita bestia di sempre.

Che radiografo a distanza le altre gravide e se le riconosco come quelle solecuoreamore tiro fuori il libro dalla borsa e metto le cuffie.
Che se mi parli del tuo quasi-bambino del tuo bambino della tua gravidanza o del tuo parto per più di 15 minuti continuo a fissarti ma in realtà sto pensando a cosa mangerò stasera.
Che alla prima ecografia ho visto solo una macchia nera e ho fatto finta di commuovermi solo per non far rimanere male la ginecologa.
Che lo chiamo la piccola zecca.
Ma a volte anche nanetto dai.
Che quando sento che si muove ogni volta vado in bagno pensando si tratti di una puzzetta.
Che non ho ancora comprato assolutamente niente perché tanto manca una vita e conto di andare sui prestiti e sull'usato.
E mica solo per una questione di risparmio. Semplicemente mi spiegate perché dovrei spendere migliaia di euro per riempirmi la casa di cose che non so se mi serviranno mai e soprattutto userò al massimo per sei mesi e poi dovrò stipare nel box?
E poi dai, lo sappiamo, nessun bambino in fondo si accorge se ha il passeggino di marca o quello scrauso.

A tal proposito ho iniziato un libro, dei mille che ho in programma leggere e che probabilmente finirò quando avrà 18anni, il bebè a costo zero.
Nell'introduzione si dice che in media le famiglie italiane spendono nel primo anno di vita del bambino tra i 6 e i 13 mila euro.
Ma non vi fa rabbrividire?
Cazzarola pensate a quanto potrei viaggiare con la stessa cifra, o a quanti formaggi e vini potrei comprare.
Io, a leggere cose così provo lo stesso ribrezzo di quando penso di dover buttare almeno 20 pannolini al giorno nella spazzatura.
E infatti prenderò quelli lavabili.

E sì lo so cosa state pensando. Siete scontati quanto i maglioni in agosto. Infatti la cosa che mi ripetono tutti è "ehhhhhhhhh, vedrai quando nascerà se riuscirai a mettere in pratica tutte queste cose! Finché non sarai madre non potrai capire!"
Evabbègraziealcazzo.
Non ho manco un cane, eppure se non ti vedo raccogliere la sua merda dal marciapiede ti meno anche se forse non capisco bene il motivo.
Ovvio che non sarà facile, ovvio che uno si fa dei programmi e poi nel 90% dei casi vanno a prostitute. Basta andare a vedere che fine hanno fatto i miei buoni propositi di fine anno.
Però, se uno non cerca almeno di darsi delle linee guida, cosa si fa, si va completamente alla carlona?
E poi oh, non è che tutti quelli che hanno avuto un figlio mo' hanno la scienza infusa eh...

Ma io comunque le mie linee guida non ve le dirò mai. Che sennò poi mi tocca uccidervi. 
Tornando un momento indietro, quella sulla gravidanza son tutte minchiate.
Ditemi voi quanto può essere bellissimo e rilassante un periodo in cui appena ti muovi da casa devi stare attenta ad ogni cosa che mangi, devi far esami almeno una volta al mese, ed ovviamente più che gli esami devi aspettare gli esiti, ti senti stanca, affannata dopo una rampa di scale manco avessi fatto la Parigi-Dakar di corsa, nervosa, hai sempre sonno tanto che le tue giornate si riducono a 12 ore, ti si gonfiano i piedi, il tuo guardaroba, già scarno, si riduce a quattro straccetti. Eccetera eccetera.
Insomma, non che io voglia far quella che si lamenta sempre.
So bene che devo essere grata all'universo per essere in questo stato, per questo dono, e blablabla così via con tutte le cose che bisogna dire per essere politcally correct.
Ci mancherebbe.
Solo che onestamente dire che la gravidanza è il più bel periodo per una donna è come dire che andare in bicicletta con le emorroidi e senza sellino è fare una passeggiata di salute.

Che poi probabilmente se si è una persona lucida ed equilibrata e fatalista che riesce a farsi scivolare un po' le cose addosso sicuramente la si vive benissimo.
Ma se si è come me, che l'unica volta che ho fatto la figa al ristorante dicendomi "senti guarda io sta fetta di carpaccio me la mangio. Eccheccazzo dai non ho preso la toxo in 30 anni nonostante da piccola leccassi le suole delle scarpe, possibile la prenda in questi nove mesi?? No guarda veramente, non voglio fare come quelle tizie paranoiche e ansiose che vivono di merda sto periodo perché devon avere tutto sotto controllo. Io sarò più forte delle mie paure. Io non mi farò sopraffare dal terrorismo psicologico".

E poi la mattina dopo alle 7:00 ero in coda al centro prelievi.


Ingredienti per il babaganoush:

delle melanzane
della pasta di sesamo
del succo limone
un po' d'aglio
olio e sale

Sì certo, il babaganoush non è esattamente così e infatti andrebbe fatto senza buccia. E le melanzane andrebbero arrostite (leggasi BRUCIATE) in forno o sul fuoco. Ma è estate. Non abbiamo voglia di sbattimenti, di cancri e non abbiamo nessuna intenzione di accendere il forno e aspettare due ore per cuocere due misere verdurine.
E poi non ci piacciono gli sprechi. Se la buccia è buona la si mangia. Punto. Niente obiezioni che o mangi questa minestra o salti dalla finestra (non ho seguito molto sos tata, lo confesso).
Quindi insomma, prendete le vostre belle melanzane in un numero variabile da 1 a 2, tagliatele a pezzettoni scazzati e mettetele in padella insieme ad uno spicchio d'aglio, olio abbondante a vostra discrezione e sale.
Coprite e fate cuocere a fuoco basso fino a spappolamento.
Direi circa un 50 minuti dato che io son mi tarata sulla puntata di CSI.
Spegnete il fuoco. Aggiungete del succo di limone a piacimento e della pasta di sesamo (circa un cucchiaio per melanzana).
Frullate col minipimer e via.

PS avete visto quanto poco turpiloquio in questo post?? Effettivamente negli ultimi mi ero fatta sopraffare. E' che forse avevo solo troppo bisogno di rafforzare i concetti. O forse Gordon si era impossessato di me. Oppure forse l'essere mmmmadre sta già prendendo il sopravvento e finalmente diventerò una persona posata. 

giovedì 12 luglio 2012

Gnocchetti di melanzane e farina di ceci



Ingredienti per 4 persone:
due melanzane medie o tre piccole
300 gr circa di farina di ceci
mezzo spicchio d'aglio
la buccia grattugiata di un limone
una punta di curcuma
una presa di sale
Per la salsa di pomodoro crudo:
due pomodori maturi e sodi
un cucchiaino di capperi
qualche oliva nera
qualche foglia di basilico
una manciata di mandorle tostate
olio extravergine di oliva

E' nato prima il post o la ricetta? 
Questo per me è uno di quei misteri che rimarranno per sempre irrisolti come quello dell'uovo e la gallina, dell'origine dell'universo o del perchè mai abbiano prodotto trasmissioni come Mammoni e Tamarreide. 
Programmi che, ci tengo a sottolineare con l'evidenziatore, ho seguito solo sporadicamente e anche un po' spasmodicamente per una questione prettamente antropologica. Cosa che comunque ancor mi pento di aver fatto e motivo per il quale tutt'ora giro col cilicio e mi flagello anche un po' ogni sera prima di andare a letto. 
Vi dico subito che non mi addentrerò nel suddetto argomento per evitare di diventare scurrile come uno scaricatore di porto al quale hanno appena fregato il portafogli e pestato un piede, con tutto il rispetto per gli scaricatori di porto e per i piedi, ma passerò subito al perchè di questa domanda esistenziale. 
Il fatto è che io finora ho sempre fatto ricette e scritto il post di conseguenza, ma avendo ormai esaurito l'archivio di quelle pronte e non cucinando quasi più sempre per il caldo di cui non vi voglio parlare, mi capita ormai di scrivere prima il post e successivamente farci una ricetta sopra, giusto per rendere le cose semplici. E non che questo sia un problema, è solo che di fatto continuando così, l'equilibrio tra numero di ricette e quantità di cazzate si sposterà pericolosamente dalla parte delle seconde, segnando forse un naturale cambiamento di questo blog. 
Un po' come chi partorisce evolve in un mommyblog, io regredirò ad un stupidblog, che peraltro non è nemmeno catalogato.
In aggiunta a ciò, come se già questo non bastasse a destabilizzarmi, mi sto rendendo conto che blogspot mi ha preso in antipatia e sta considerando come spam la maggior parte dei commenti che io lascio sugli altri blog.
E a tal proposito lancio un appello: A.A.A. e anche Amici bloggergoogleisti araharharharha, siete gentilmente invitati a controllare periodicamente la cartellina "commenti" e "spam" nel menù del vostro blog, perchè LI' mi troverete. 
E mica fra le parole semplici ed il sapore di un mattino di primavera con gli occhi dell'amore, sia chiaro.
E tu, caro Signor Blogger di sta cippa, mi spieghi cos'è che hai contro di me? Cos'è che ti infastidisce esattamente nella parola SaleQuBi?? Si può sapere una volta per tutte??
Va che se continui così ti boicotto e passo a Wordpress. Ti avviso.

Passando invece alla ricetta, di questo piatto mi piacciono principalmente tre cose, ovvero:
è un secondo travestito da primo. Infatti si tratta solo di verdura e proteine vegetali e quindi va bene per tutti, belli e brutti. Va bene per chi è a dieta, per grandi e piccini, per chi è vegetariano, vegano, per chi è intollerante al glutine, al lattosio e così via. 
E' veloce. In mezz'ora è in tavola. Volendo si può anche preparare l'impasto il giorno prima e tenerlo in frigo pronto da cuocere.
Ultimo, ma non meno importante, non ha proteine miste. E questa è una cosa a cui tengo particolarmente.
Credo che, aldilà della scelta delle materie prime, alcuni accorgimenti siano da tenere in considerazione anche negli abbinamenti delle stesse.
Anche se a volte sembra più difficile, non è consigliabile mischiare proteine di diverso tipo perchè il nostro stomaco e intestino fanno molta più fatica a digerirle, dato che richiedono enzimi differenti.  
La scelta poi di non utilizzare farina di frumento ma farina di ceci, oltre ad un fatto di gusto, l'ho fatta perchè credo che variare il più possibile l'alimentazione sia la cosa migliore da fare per non affaticare l'organismo. A pensarci bene di frumento e di conseguenza di glutine, in commercio ce n'è tantissimo, raffinato, e tutto dello stesso tipo, dato che praticamente la maggior parte degli alimenti industriali sono a base di quello. Pensateci un momento: biscotti, fette biscottate, merendine, brioche, pane, pasta, pizza, dolci, basi pronte. Sono tutti a base di grano tenero o di grano duro. Una volta ce n'erano diverse varietà, i cosidetti grani antichi, come per esempio il kamut, il farro, il senatore cappelli. Tutte qualità che, essendo di minore resa e più difficili da coltivare, in nome del solito Dio denaro sono state soppiantate da un unica varietà, che l'industria ci propina continuamente. E poi ci si stupisce di quante persone intolleranti ci siano. Ci credo, provate a mangiare per anni e anni solo pomodori e vediamo se prima o poi il vostro corpo non si ribella.
Ecco, ora mi posso togliere gli occhiali, scendere dalla cattedra, sciogliere lo chignon e spiegarvi finalmente come fare questi cavolo di gnocchi. Che vi ho pure detto che son veloci ma ci sto mettendo anni ad arrivarci.

Lavate e tagliate a metà le melanzane. Mettele in forno a 220° per circa 20 minuti. Dovranno ammorbidirsi ma non c'è bisogno cuociano totalmente, tanto poi le andremo a ribollire sotto forma di gnocchi.
Tagliatele poi a pezzetti e mettetele in una ciotola con l'aglio, una presa di sale e una di curcuma (dall'alto potere antiossidante e antitumorale) e la buccia di limone grattugiata ed iniziate a frullare col minipimer. Non levate la buccia dalle melanzane che tutte le vitamine sono propri lì e tanto una volta frullata non si sentirà più, promesso. Se avete tempo potete ripassare le melanzane in padella per asciugare l'acqua in eccesso, così vi servirà meno farina per l'impasto. Altrimenti aggiungete subito la farina necessaria ad ottenere un composto molliccio, che si possa modellare con due cucchiaini e sbattere nell'acqua bollente. Cuocete per due/tre minuti da quando i gnocchi salgono a galla e scolateli con una schiumarola.
Per la salsa di pomodoro cruda mettete tutti gli ingredienti in un mixer e frullate. Velocissima.

Con questa ricetta salata partecipo a Get an Aid in the Kitchen di Cucina di Barbara 






Con questa ricetta partecipo all'ultimo (sigh) contest di Ambra del Gattoghiotto "Piccola bottega di campagna" in collaborazione con Malvarosa Edizioni.


giovedì 21 giugno 2012

Polpettine di ceci neri e melanzane con ketchup smart



Ingredienti per circa 30 polpettine:
2 melanzane medie
200 gr di ceci neri secchi
buccia e succo di mezzo limone
curcuma
zenzero fresco o in polvere
paprika dolce
sale
sesamo
olio extravergine 

Per il simil-ketchup velocissimo:
8 cucchiai di concentrato di pomodoro
2 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di zucchero di canna
sale 

"La cucina per me non è solo un luogo. E' un luogo di culto.
Mi ci reco ogni giorno. Ci compio dei rituali. Ci faccio delle adorazioni. 
E ci prego. 
Soprattutto quando in forno ho un soufflè. 
Quando invece ho gente a cena posso anche arrivare a compiere delle danze propiziatorie. 
La cucina è anche un amica. A volte più facile da gestire. 
Non ribatte quando le urli addosso. 
Non si lamenta quando la sporchi con il sugo. 
Non grida quando le rovesci addosso il caffè bollente. 
Non ti denuncia quando la pesti con un batticarne. 
Non si offende se la trascuri e ti ascolta sempre in silenzio senza interromperti.
E poi la cucina è il mio rifugio. 
Da piccola lo era la tenda degli indiani fatta con un lenzuolo appeso ad un albero in giardino. 
Poi lo è diventato la mia cameretta con il cartello "keep away" sulla porta. 
E poi crescendo lo è diventato la cucina. 
Che da quando non vivo più sola dev'esser rigorosamente abitabile per necessità di sopravvivenza. 
La mia.
La mia cucina ora è il nido in cui posso rifugiarmi quando ho bisogno di decomprimermi. 
E' il mio laboratorio in cui posso far confluire le mie energie e la mia creatività. 
Ma è anche, e soprattutto, il luogo in cui posso solo stare ferma. 
Seduta in silenzio sullo sgabello. 
A guardare fuori dalla finestra. 
Mentre aspetto che cuociano i biscotti. 
Senza bisogno di fare nient'altro." 

Questo microracconto lo trovate anche sul blog della LUBE, che gentilmente mi ha chiesto se volevo dedicargli una ricetta e parlare un po' del mio rapporto con la cucina, cosa che ho fatto volentierissimo.

Per preparare invece queste ottime polpettine procedete come segue:
mettete in ammollo i ceci e lessateli come da istruzioni (i miei necessitavano 2 giorni di ammollo e 2 ore di cottura).
Due. Giorni. Sì. Avete letto bene. Pratici, comodi e veloci. 
Ai 4salti in padella gli fanno una pippa.
Cioè praticamente devi decidere cosa mangiare con tre giorni di anticipo e sperare non capitino contrattempi perchè se poi qualcuno nel frattempo ti invita a cena sei fottuta.
No guarda scusami ma ho i ceci in ammollo, mi spiace, magari la prossima volta avvisami con un po' più di anticipo, ok??! Grazie. 
E tra l'altro non so nemmeno come io sia riuscita a non dimenticarmene. Io. Che non mi ricordo manco cos'ho mangiato ieri.
Cioè, in realtà lo so, dato mi son dovuta mettere il promemoria sul cellulare alla scadenza dei due gironi. Perchè per esperienza già la mattina dopo davanti alla ciotola dell'ammollo sarei rimasta lì inebetita a pensare da quanto tempo fosse lì.
Uhm. Ma da dove arrivano questi ceci? Ma li ho messi io? Ma ieri o l'altro ieri? No forse due giorni fa. O forse ieri mattina?? Ma non è che è uno scherzo? Mumble mumble.
Per questa ricetta ovviamente potete usare pure quelli gialli, che secondo me hanno lo stesso identico sapore.
Ah, anche quelli in scatola volendo. Al massimo dopo andate a confessarvi.
Procedete lavando le melanzane. Bucherellatele con una forchetta per evitare esplodano nel forno e cuocetele a 200 gradi per una ventina di minuti fino a quando saranno morbide.
Taglietele a metà, prelevate la polpa con un cucchiaio e mettetela in una ciotola.
Aggiungeteci i ceci lessati e tutte le spezie.
Frullate il tutto con un minipimer.
Formate con le mani inumidite delle polpettine della grandezza di una polpettina (chiaro no?) e rotolatele nei semi di sesamo.
Disponetele in una teglia foderata con la carta da forno. 
Irroratele con un filo di olio extravergine e cuocetele a 200 gradi per circa 10 minuti.
Per il simil-ketchup mettete in un pentolino il concentrato di pomodoro. Aggiungeteci l'aceto, lo zucchero e un pizzico di sale. Fate bollire per un paio di minuti.
Fatelo raffreddare e servitelo come accompagnamento alle polpettine.

Con questa ricetta sana, veloce, leggera, speziata e vegana partecipo al contest di VerdeCardamomo "La Ricetta del benessere".