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lunedì 23 luglio 2012

Sorbetto al melone e biscotti al matcha


Ingredienti per il sorbetto:
500 gr di melone maturo
300 gr di acqua
200 gr di sciroppo di zucchero (130 gr di zucchero + 70 gr di acqua)
5 gr di farina di semi di carrube
Per 8 biscotti da circa 8 cm di diametro:
100 gr di farina 00
50 gr di burro
1 cucchiaino di matcha in polvere
un cucchiaio di miele
un cucchiaio d'acqua


Ci sono delle pubblicità che cercano di convincermi che quella cosa di cui non ho assolutamente bisogno sia in realtà per me fondamentale e ci sono pubblicità che invece riescono anche a darmi qualche spunto di riflessione.
E poi vabbè, ci sono anche quelle che un prodotto non me lo fanno proprio comprare a priori tipo quella della birra olandese.
Che io mi chiedo: ok, sarete pure un'affermata famosa mega agenzia di marketing e io invece ho visto solo Mad Men, anche se tutte e 65 le puntate, ma quando vi siete trovati davanti ad un cartellone di 20mq con una birra che esce da un culo gigante, non vi è sorto qualche dubbio??!! No, eh? 
Ringrazio solo che almeno avete avuto l'accortezza di non far uscire la bottiglia 50 cm in più a sinistra.
Tornando invece agli spunti di riflessione, quando ho visto il tema di Luglio di Colors and Food dove chiedevano un piatto arancio e verde da preparare senza utilizzare il forno, ed avendo già pronto il sorbetto al melone e volendoci abbinare dei biscotti al matcha, la mia mente è volata inevitabilmente a loro: Antonio e Rosita.
E ho pensato che se un ex attore attualmente mugnaio e fornaio aiutato da una gallina riesce a cuocere i biscotti al vapore, allora ce l'avrei potuta fare sicuramente anche io, pure da sola.
Così ho preparato la mia bella brisè, ho foderato con carta da forno la mia bella pentola per la cottura a vapore e ci ho quindi adagiato i miei biscottini.
Ho pensato che sicuramente la cottura sarebbe durata più che nel forno data la temperatura inevitabilmente più bassa e così ho controllato dopo 40 minuti. Ma niente, i biscotti erano ancora crudi. E molli.
Così ho ritentato per altri 40. Ancora niente. Crudi. E molli.
Alla fine mi son rotta e li ho cotti nella padella antiaderente pochi minuti per lato perchè mio papà non lavora mica per l'Eni.
Voi invece cuoceteli pure in forno a 180° e se siete senza elettricità e avete solo il fornello a disposizione, andate al super.
Tornando a noi, caro Antonio, puoi piantarla per piacere di dire che i tuoi biscotti sono leggeri perchè cotti al vapore quando in realtà li cuoci in un forno normalissimo e gli dai solamente una spruzzata di acqua?? Perchè, mi spiace dirtelo, ma va che non hai fatto mica la scoperta del secolo eh?? Capisco che per te che vieni da Hollywood sia una novità, ma va che noi la ciotolina d'acqua nel forno e lo spruzzino sul pane lo usiamo da anni.
Ma d'altronde, stupida io ad andarmi a fidare di uno che parla coi polli.

Per preparate questo sorbetto iniziate a fare lo sciroppo di zucchero, che ci servirà freddo di frigo. Mettete in un pentolino 130 gr di zucchero con 70 gr di acqua, fatelo sciogliere, spegnete, fate raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigo per qualche ora (meglio una notte).
Frullate poi mezzo chilo di melone maturo con 300 gr di acqua, aggiungete lo sciroppo di zucchero, la farina di semi di carrube, rifrullate e fate mantecare nella gelatiera.
Per i biscotti invece mischiate la farina con la polvere di matcha, aggiungete il burro a tocchettini, sabbiate il composto con la punta delle dita, aggiungete il miele e un goccio d'acqua, formate una palla, fatela raffreddare mezz'ora in frigo avvolta nella pellicola, stendetela sottilmente, formate i biscotti e cuoceteli.
Vi avviso che il biscotto come nella foto va assemblato e mangiato subito e che non si può ricongelare come fosse un maxibon, perchè la frolla surgelata diventa durissima e a meno che non abbiate dei denti resistentissimi o vogliate leccare il sorbetto sciolto dal pavimento in attesa che si scongeli il biscotto, consiglio di non farlo.
Cosa? Cosa mi state chiedendo? Come mai c'è un fiore di timo nella foto?
Ah beh, quello non c'entra niente, ma ce l'avevo sul balcone e mi pareva ci stesse bene.

Con questa ricetta partecipo al Colors and Food di luglio.



martedì 17 luglio 2012

Un gelato da sturbo


Ingredienti per 950 gr di gelato alle arachidi:
500 gr di latte intero
2 uova intere
200 gr di zucchero
150 gr di pasta di arachidi in purezza
5 gr di farina di semi di carrube
un pizzico di sale
Per le arachidi caramellate:
una manciata di arachidi
pari peso di zucchero

Dato che oggi si parla di gelato e quindi di formule matematiche, di calcoli e di freezer, ho pensato di raccontarvi qualcosa a tema, con annesso problema del giorno. 
Mi pre-scuso per eventuali errori e orrori di forma e sostanza ma d'altronde non sono mica Will Hunting.
Quesito:
indica quante sono le probabilità che le seguenti variabili casuali si verifichino nell'arco delle medesime 12 ore. Descrivi le eventuali conseguenze nel caso in cui le stesse si intersechino tra loro e trova il risultato x:

a+b+c+d+e = x
   365x0,5

variabile a: freezer pieno, stipato manco fossimo in tempo di guerra
variabile b: temperatura maggiore di 30° ma inferiore a 40°
variabile c: contatore che salta alle 8 del mattino a ciel sereno, senza il famoso fulmine
variabile d: sportello del freezer accostato, non chiuso
costante e: casa vuota per assenza lavorativa

Soluzione:
Le probabilità che tutte queste variabili si verifichino nelle medesime 12 ore sono pari a quelle che si hanno di vincere il superenalotto. Ovvero una su 5478654643154343154756.
Le eventuali conseguenze, non necessariamente in questo ordine, sarebbero:
crisi di pianto isteriche, inveizioni contro se stessi e gli altri, scomodamento dei vari santi, accuse e illazioni al gestore di energia elettrica, al produttore del freezer, al datore di lavoro, al meteorologo e alla commessa del supermercato e a tutti i presenti.
Il risultato x sarebbe invece pari a diverse ore di incazzatura così suddivise: 1 ora impiegata come sopra in sfoghi di primo soccorso, 2 ore per la cernita e salvataggio del salvabile, 2 ore per la cottura del salvato, 1 ora per lo stoccaggio dello stesso, 1 ora per lo smaltimento rifiuti, 1 ora per la pulizia e disinfettamento locali.

E nonostante la mia fervida immaginazione, come i più scaltri avranno già intuito, la suddetta situazione non è ahimè, immaginaria ma bensì l'incarnazione di uno dei peggiori incubi di una foodblogger, concretizzatosi una delle scorse sere.
L'emergenza per fortuna ormai è superata ed avrei anche potuto propinarvi per giorni una serie di ricette svuota freezer ma, dato che oggi mi sento magnanima, vi proporrò invece un gelato.
Sappiate che lo faccio solo per non perdere l'MTC di questo mese alla quale mi sono appena iscritta, e che da domani vi spiegherò invece come preparare una cena a base di spiedini congelati, scongelati, cotti, ricongelati e ricotti, o meglio di come riuscire a mangiarli senza perdere gli incisivi, oppure di come preparare un sugo di pesce buttando in una pentola una serie di esemplari misti semi congelati con del pomodoro, condirci della pasta, accorgersi che è venuto una merda e gettare tutto nell'umido.
Ma oggi invece no. Oggi parliamo di gelato. Ma non di un gelato qualsiasi. No, oggi parliamo di un gelato da sturbo. Ovvero: il gelato alle spagnolette.
Tempo fa vi raccontai della mia avversione verso la pasta di arachidi. Ebbene, ora mi sento in dovere di confessarvi che dietro le quinte c'è stata un evoluzione e che ho scoperto una nuova dipendenza. 
E' che forse mi sono solo accorta che il burro d'arachidi è come l'arte, che per apprezzarla bisogna metterla da parte. Difatti io l'ho messo da parte e me lo sono magnato. 
E quel suo retrogusto un po' salato, come nel caramello, ho scoperto che mi fa impazzire. Mannaggia agli americani.
Ma facciamo un po' di chiarezza e apriamo un siparietto, dato che sono sicura che alcuni di voi al solo pensiero della parola "burro di arachidi" siano inorriditi e siano già corsi a controllare il numero di kcal per etto. Il burro d'arachidi, anche se si chiama così e ha fatto fuori Elvis, non è il demonio.
Le arachidi sono antiossidanti naturali, sono una buona fonte di vitamine e sali minerali vari e contengono grassi per lo più monoinsaturi (che per intenderci sono quelli buoni, gli stessi dell'olio d'oliva) quindi, in quantità moderate, come tutto del resto, fanno bene. 
E poi, anche se alla fine erroneamente lo chiamo in tutti e due i modi, c'è una differenza tra pasta di arachidi e burro d'arachidi. La prima, che è quella che utilizzo io, è pura e contiene solo i semi frullati; Il burro d'arachidi invece è addizionato con sale, zucchero e olio di palma. Quest'ultimo è invece un grasso saturo, per intenderci quello bastardo che, se assunto in dosi massicce, aumenta i rischi di malattie cardiovascolari. 
Quindi occhio anche alle etichette e se volete approfondire la storia dei grassi basterà fare una breve ricerca in rete.

Tornando alla nostra ricetta, la percentuale di grassi e zuccheri è stata da me studiata in base a tabelle e calcoli vari per cui, ammesso che la mia calcolatrice non sia rotta, io non abbia sbagliato i conti, non abbia visto le tabelle sbagliate, non abbia sbagliato a digitare, potete star sicuri (?!??! muahhah) che questo gelato è correttamente bilanciato. 
Più nel dettaglio, come ho imparato ad un corso, i grassi in un buon gelato casalingo non devono superare il 15% per conferirgli la giusta cremosità e gli zuccheri devono essere compresi tra il 15 e il 25% per gelare in modo opportuno.
In questa ricetta come grassi ne abbiamo 10 gr dai tuorli, 17,5 gr dal latte e 75 gr dalla pasta di arachidi (totale 102 grammi che su 950 gr totali di peso corrispondono all'11%) mentre di zuccheri ne abbiamo 27,50 gr dal latte e 200 gr dallo zucchero (totale 227,50 gr che corrispondono al 23,9%).
Nel post della bravissima Mapy poi, se vi interessa, trovate una serie di approfondimenti molto dettagliati e molto interessanti sulla chimica del gelato.
Per quanto riguarda la preparazione invece mi sono attenuta alle regole dell'MTC e della ricetta di Mapy e sono partita da una crema inglese (ma dopo vi spiego come invece avrei proceduto io).
Ho montato quindi le uova intere (gli albumi li ho tenuti perchè aumentano la cremosità del gelato) con lo zucchero finchè il composto scriveva, ho aggiunto il latte a filo e ho rimesso tutto sul fuoco fino a raggiungere 85°, sempre mescolando. Ho aggiunto la pasta di arachidi e ho abbattuto la temperatura immergendo la pentola in acqua e ghiaccio. Ho fatto raffreddare una notte in frigo, ho aggiunto la farina di semi di carrube (come addensante), ho frullato con un minipimer e ho messo tutto nella gelatiera per circa 20 minuti.
In alternativa, il mio procedimento è invece di mettere in una pentola tutti gli ingredienti insieme (tranna la farina di semi di carrube che va sempre aggiunta all'ultimo prima di mantecare il gelato), mescolare e portare a 65°, far raffreddare sempre una notte in frigo, aggiungere la farina di carrube, frullare e infilare nella gelatiera.
Per le arachidi caramellate, che danno un tocco croccante irrinunciabile, mettetele in un pentolino con pari peso di zucchero, un pizzico di sale e un goccio d'acqua.
Lasciate andare a fuoco basso per circa 15 minuti finchè lo zucchero tornerà a sciogliersi dopo essersi cristallizzato. Mescolate per mischiare bene il tutto, rovesciatele su un pezzo di carta da forno e fate raffreddare.

Con questa ricetta partecipo all'MTC Challenge di Luglio



martedì 10 luglio 2012

Cake di farina di riso e ricotta


Ingredienti per una torta da 24 cm di diametro:
250 gr di farina di riso
350 gr di ricotta
200 gr di zucchero di canna scuro
3 uova
mezza bustina di lievito
la buccia grattugiata di un limone
un cucchiaino di cannella
un pizzico di sale
un cucchiaino di zenzero in polvere

Eviterò di dirvi di quanto fa caldo e di quanto non abbia alcuna voglia di cucinare perchè già lo sentite e leggete abbastanza in giro.
Sappiate però che ho caldo e che non ho alcuna voglia di cucinare. 
Al contrario però di tutti gli altri, cercherò di darvi una serie di motivi per cui lamentarsi di meno e provare ad amare questo caldo fottuto, del tipo:
l'impasto della pizza in lievitazione raggiunge volumi spropositati in metà tempo e vi sembrerà di essere nella moltiplicazione dei pani e dei pesci senza i pesci, che potete sempre comprare a parte.
I panni asciugano ancor prima di esser tirati fuori dalla lavatrice. Vi basta aprire lo sportello e aspettare cinque minuti. Sconsiglio di provare a stirarli perchè saranno cartonati ma tanto lo stile un po' bohemien-sconvolt va sempre di moda, basta saperlo portare.
Le zanzare con sto caldo non ci sono, o almeno ce ne sono molte meno. Tra l'altro l'anno scorso che volevo mettere il condizionatore non ha fatto caldo e quest'anno che ho montato le zanzariere non ci sono le zanzare. Sperate l'anno prossimo non decida di comprare una piscina.
Se soffrite di pressione alta vi basterà fare un giro in una zona senza ombra dopo i pasti.
Se volete fare una sauna idem. Per il bagno turco basta usare uno spruzzino supplementare.
Potete fare a meno dell'essicatore e con un po' d'impegno anche del forno, magari usando quei cartoncini trifacciali riflettenti che si usavano per ustionarsi la faccia tempo fa.
Potete lasciare i rotoli di polvere girare per casa e dire che pensavate di esser nel deserto.
Potete accendere la sigaretta col solo uso di una lente d'occhiale e un raggio di sole. Se non siete nè miopi nè presbiti smettete di fumare.
E ultimo, ma non meno importante, potete usare il colpo di calore come scusa per non fare qualsiasi cosa, che è molto più credibile di un mal di testa.

Come volevo non dirvi all'inizio, per il caldo non sto cucinando molto e i miei pranzi e le mie cene si susseguono a suon di verdure al massimo da sbucciare, ma anche no, ma per la colazione faccio qualche eccezione. Al mattino ho bisogno di ingerire qualcosa entro i primi 5 minuti in cui ho appoggiato i piedi a terra altrimenti mi si apre una voragine nello stomaco e mi vengono gli svarioni, per cui dopo aver finito pane e biscotti, prima che io mi inghiotta la sveglia, la tv e il pc insieme, ho pensato fosse il caso di preparare qualcosa di più appetibile. Giusto così per non mangiare la prima cosa che capita. 
Non è vero. In realtà ho bisogno solo di un incentivo per alzarmi dal letto al mattino per andare al lavoro.
E anche qualcosa di più leggero (della sveglia tv e pc insieme).
E sì, vorrei dirvi che ho pensato apposta ad una ricetta light e veloce per la prova costume, ma la verità è che invece avevo della ricotta in scadenza. Perchè io della prova costume francamente me ne infischio. Nel senso che  evito proprio di provarlo.

Per questa torta prendete una ciotola, mischiateci tutti gli ingredienti, imburrate e inzuccherate una tortiera (consiglio saggissimo che presi dalla  mitica Roby in quale suo post o commento), sbatteteci dentro il composto e cuocete in forno caldo a 180° per circa 30/35 minuti. 
Se la preferite molto soffice e avete del tempo da perdere, montate gli albumi al posto che schiaffarli dentro così.

Ps.: in chiusura mi sento di dire qualcosa anche io su Caronte, giusto per non esser fuori moda. Ovvero che se potessi l'affogherei nell'Ade.

lunedì 18 giugno 2012

Frollini di riso, noci e cioccolato bianco


Ingredienti per circa 15 biscottoni:
250 gr di farina di riso
125 gr di burro morbido
150 gr di zucchero di canna
4 tuorli (o 2 uova intere)
un cucchiaino di lievito chimico
un pizzico di sale
50 gr di cioccolato bianco
50 gr di noci dell'amazzonia

A volte penso di essere perseguitata dalla sfiga. 
Oppure di essere l'ennesima riprova che la legge di Murphy effettivamente esiste. Del tipo: chi nasce tondo non può morire quadrato.
Anche se forse questa era di mia nonna. 
Comunque, l'intento stavolta era quello di fare dei cookies. Avete presente no? I biscottoni americani bassi e larghi? 
Ecco. La ricetta ce l'avevo. Bastava mischiare gli ingredienti, infilarli in forno e via. 
Per me, che ho il potere di trasformare qualunque biscotto in un frisbee, questa ricetta dovrebbe calzare a pennello.
Si fa una frolla morbida, si prende il porzionatore del gelato (idea geniale rubata da una puntata di Buddy, che farà pure delle robe immangiabili ma in alcune cose resta un genio), si sbatte così com'è sulla teglia, si infila in forno e si tirano fuori dei biscottoni perfetti alti tutti uguali.
Inizio la preparazione. Tiro fuori tutti gli ingredienti. E poi vedo lì sulla mensola, tra mille altre, la farina di riso. Che non ho mai usato se non miscelata in minima parte a quella di grano.
Oh toh. Quasi quasi ce la butto dentro.
Io e le mie idee del cazzo.
I biscotti che sono venuti fuori a dire il vero sono davvero buoni, fragranti fuori e morbidi dentro, ma la somiglianza coi cookies potete vederla dalla foto.
E' come paragonare un pinscher ad un pastore bergamasco. Il cane intendo, non l'uomo. Il bergamasco eh, non il pinscher.
Ora, io mi chiedo, ma è possibile che l'unico biscotto che avrebbe dovuto spiattellarsi è rimasto perfettamente identico a quando l'ho infornato?? Con anche tutte le crepe pre-ci-se! No dai. Non ci posso credere.
Provateci pure. E che lo spiattellamento sia con voi.
E l'idiozia con me.
Andate in pace. Amen.
Per questi biscotti mischiate tutti gli ingredienti, compresi noci e cioccolato spezzettati a mano. Intendo il cioccolato a mano, per le noci usate mortaio a meno che non siate uno dei fantastici 5.
Formate i biscotti come più vi piace, ma teneteli alti tra gli uno e due centimetri. Cuocete a 180° per circa 10/12 minuti fino a doratura.

Ne approfitto per farvi notare, se per caso non ve ne foste ancora accorti, che finalmente anche io ho un banner e un logo, partoriti dopo una lunga gestanza. Si dice gestanza? O gestazione? O gestamento?
Naturalmente la mia mente malata non poteva non partorire qualcosa di non serio. E in questo caso non-non non si annullano come meno-meno in matematica. Chiaro?
Inoltre ormai erano diversi mesi che questo blog era immutato. E dato che io mi stufo spesso e ho sempre bisogno di nuovi stimoli, con la stessa frequenza con cui giro i miei mobili in casa ho deciso che rivoluzionerò il mio blog. 
Stay tuned.
Ma quanto mi piace questa espressione? Sarà il mio trend 2012.

martedì 12 giugno 2012

Flan o Bonet?


Ingredienti per uno stampo da 20 cm:
200 gr di farina di farro integrale 
90 gr di burro freddo
3 cucchiai d'acqua fredda
un pizzico di sale
mezzo litro di latte
4 uova intere
50 gr di amaretti
2 cucchiai di cacao amaro
7 cucchiai di zucchero di canna

O creme caramel? O bonet in crosta? O flan al cacao e amaretti? O cacao al flan? O brisè e budino? Insomma come lo chiami lo chiami, sempre quello è. Anche con un fischio.
Il flan (che si pronuncia flooooon con la bocca a culo di gallina) è fracese, il bonet piemontese. Ma la ricetta di base è pressochè identica.
Settimana scorsa l'ho fatto per la prima volta, il flan, non il bonet. E ho seguito la ricetta di un bellissimo libricino di Marabout sui flan comprato anni fa. Un libro in francese. Comprato in Francia. Sui dolci francesi. Di una casa editrice francese. L'apoteosi dell'affidabilità. Ma invece no. Le proporzioni erano esatte ma le dosi completamente sbagliate. Manco avessi preso la ricetta da un libro giapponese tradotto in mandarino comprato in Spagna.
Va beh insomma, alla fine mi sono ritrovata con litri e litri di ripieno avanzato e con una brisè troppo piccola per lo stampo. 
Com'è che diceva Todd nell'attimo fuggente?! "La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi. Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai". 
Ecco, nel mio caso invece la verità è una pasta che mi lascia scoperto lo stampo. Io la spingo, la tiro e lei non basta mai. E ora il mio barbarico yawp risuonerà sui tetti del mondo. O capitano mio capitano. 
Alla luce di ciò, dubitate sempre e non fate i caproni eseguendo tutto ciò che leggete. Ragionateci. E siate sempre dubbiosi e attenti quando eseguite una ricetta di un libro per un flan al caffè e nella foto c'è un dolce al cioccolato.
Tornando alla nostra ricetta, il bonet è un creme caramel piemontese che di solito si cuoce nello stampo del plum cake e si serve come un budino. Se aggiungo che ha il sapore della Saint Honorè e assomiglia alla Sacher ma ha la forma di una crostata farei l'en plein dei dolci, ma non sarebbe vero.
Il flan invece è un creme caramel con un guscio di brisè, dettaglio simpatico per un discorso di contrasto di consistenze e soprattutto interessante dal punto di vista pratico. Si taglia agilmente a fette e si riesce a mangiare anche con le mani.
Per preparare questo flan al bonet, sabbiate la farina con il burro freddo a cubetti e un pizzico di sale. Aggiungete qualche cucchiaio d'acqua fredda per ottenere una palla liscia. Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo per almeno una mezz'ora.
Mettete a scaldare il latte senza farlo bollire. Sbattete le uova intere, aggiungete il cacao, gli amaretti sbriciolati con le mani, quattro cucchiai di zucchero di canna e infine il latte caldo.
Stendete la brisè il più sottilmente possibile e adagiatela in uno stampo rivestito di carta da forno. Preparate il caramello mettendo in un pentolino i tre cucchiai di zucchero rimasti con un cucchiaio di acqua e fateli bollire per qualche minuto fino a quando inizierà leggermente ad addensarsi. Versate il caramello sulla base di pasta, spalmatelo e versateci sopra il composto di uova.
Mettete la teglia in una più grande, riempite quest'ultima d'acqua calda e cuocete a bagnomaria per 50 minuti a 180°. Se il flan inziasse a scurirsi troppo copritelo con un foglio di alluminio.
Fate raffreddare prima a temperatura ambiente e poi in frigo per una notte.

venerdì 8 giugno 2012

Chokladbollar


Ingredienti per circa 15 palle:
100 gr di fiocchi d'avena
50 gr di burro morbido
50 gr di zucchero di canna
3 cucchiai di cacao amaro
3 cucchiai di caffè espresso
un pizzico di sale
una manciata di cocco

Dello scambio alla pari con gli svedesi fatto ormai mille anni or sono mi son rimaste in mente principalmente due cose: vacker troja, che significa "che bel maglione" e le palle. Alimentariamente parlando, maiali! 
Infatti le cose più buone che ho provato in Svezia sono tutte a forma sferica ovvero: le polpette di carne con la marmellata, la princess cake e le chokladbollar.
Poi va beh, in realtà mi ricordo anche una marea di altre cose tipo delle feste finite in coma etilico, le corse con la motoslitta e delle figure di merda allucinanti con l'inglese. Ma questa è un altra storia. 
Diciamo che per il momento mi concentrerò sul cibo. E per tutti quelli che pensavano che la Svezia fosse solo gnocca, mobili e gente che ama lavarsi i denti dopo mangiato o-in-alternativa-mangiarsi-una-chewing-gum, ebbene non è così: in Svezia sanno anche cucinare. 
Una delle cose più semplici e veloci che potete trovare anche qui nei migliori negozi di mobili, quelli blu e gialli per intenderci (ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale), sono appunto le chokladbollar, o chocolate balls, o semplicemente palle di avena.
Per prepararle vi basterà mischiare tutti gli ingredienti, formare delle palline, rotolarle nel cocco e fare riposare in frigo almeno una notte (per far smollare un po' i fiocchi) e papparvele.

venerdì 1 giugno 2012

Da grandi saremo dei Boeri...STAY TUNED

 

Ingredienti:
ciliege
alcool alimentare a 90°

Avrei voluto fare un post scenico mettendo solo STAY TUNED in grande, che fa tanto figo, ma poi non ho resistito.
No perché forse è il caso di avvertirvi che questo è un esperimento e che non mi riterrò responsabile se i vostri boeri che finirete di fare tra cinque mesi e regalerete a  Natale con tanto amore e tante aspettative ad amici, parenti, ai vostri suoceri o al vostro capo faranno cagare. Io vi ho avvisato. 
E' che d'altronde noi non possiamo mica fare dei cioccolatini con le ciliege sotto spirito comprate chissà dove. Eddai. Noi le cose o le facciamo per bene o non le facciamo per niente. Quindi per forza dobbiamo iniziare ADESSO a conservare quelle più belle e più mature finchè siamo nel pieno della loro stagione. 
A rifletterci bene avrei anche potuto aspettare a pubblicare questo post rimandandolo a giugno 2013 dopo aver verificato l'esperimento fino in fondo, ma dato che il mondo finirà a dicembre posso forse lasciarvi senza averveli fatti assaggiare prima???! Non mi pare il caso. Per cui, se siete audaci e fiduciosi in me (Muahahahah. Illusi), seguitemi fin da ora in questa temeraria impresa.
Prima di partire con la preparazione vi esplico cosa ha partorito la mia mente malata: io non voglio per i miei cioccolatini delle semplici ciliege sotto spirito zuccheratissime e poco alcoliche come quelle industriali. No. Io voglio che il mio boero finale sia giustamente dolce e giustamente alcoolico. Ciò significa che, per quanto riguarda lo zucchero, dato che già inevitabilmente ne andremo ad aggiungere una buona parte nella successiva fase di preparazione che vi rivelerò a tempo debito, ho preferito non metterne per niente ora. Invece per quanto riguarda il grado alcolico, dato che le ciliege sono composte all'80% di acqua, secondo i miei calcoli dividendo la quantità di alcool a 90° che vado ad inserire nel vasetto per il peso delle ciliege meno il peso stimato dei noccioli e moltiplicando il risultato per il pigreco e dividendolo per il numero dei giorni di riposo e sottraendoci le ore di luce addizionate a quelle di buio e dividendo ancora per i vostri anni e moltiplicando per il giorno del vostro compleanno, il risultato dovrebbe dare un boero sufficientemente rincoglionente. Ma, se siete preoccupati vengano eccessivamente allegri e/o usate farci colazione e/o li date abitualmente ai vostri bambini, potete tranquillamente sostituire l'alcool con una grappa a circa 45°/50° (non di meno perchè altrimenti potreste aver problemi di conservazione della frutta) e il risultato finale dovrebbe aggirarsi su un grado alcolico di circa i 20° (cioè, praticamente acqua dai).
Vorrei comunque tranquillizzarvi informandovi anche che Suor Germana mi ha dato una mano. Cioè, non lei in persona, ma lei tramite uno dei suoi libri dal quale ho tratto un misturot di informazioni. No ma, vi rendete conto??! Siamo nel 2012 e io ancora mi affido alla Germana?! Ma tra l'altro come ci si può fidare di una che fa agende da 2000 anni e in copertina ha sempre la stessa identica faccia??? No dai seriamente. O qui qualcuno tenta di fregarci, oppure dobbiamo assolutamente farci dare il numero del suo chirurgo plastico. Per noi in primis, ma  anche per fare del bene e passarlo a gente bisognosa come per esempio la Dona.
Per preparare queste ciliege scegliete quelle più mature, prive di segni e belle sode. Lavatele e fatele asciugare all'aria. Sterilizzate intanto i vasetti  e i  relativi tappi facendoli bollire per almeno 10 minuti in una pentola alta coperti d'acqua. Estraeteli con una pinza e fateli asciugare. Togliete il gambo dalle ciliege e metteteli nei vasetti fino a 2 cm del bordo. Versateci l'alcool fino a coprirle perfettamente. Chiudete e ponete a riposare in luogo buio per almeeeeeno 3 mesi. 
La ricetta continua dopo l'estate!!!  

sabato 26 maggio 2012

Lemon meringue pie


Ingredienti per una torta da 24 cm di diametro:

per la frolla:
200 gr di farina 0
50 gr di farina integrale
150 gr di burro
100 gr di zucchero di canna
un cucchiaio di miele
mezzo cucchiaino di sale

per il lemon curd:
3 uova intere + 2 tuorli
120 ml di succo di limone
la buccia grattugiata di due limoni
130 gr di zucchero di canna
100 gr di burro

per la meringa italiana:
50 gr di albume
20 ml di acqua
100 gr di zucchero di canna
qualche goccia di limone

La prima volta che tentai di preparare questa torta ero ancora una povera pampina ingenua.
Avevo già fatto quasi tutto. La base di frolla era cotta, la meringa montata. Mancava solo il lemon curd. Mischiai gli ingredienti con cura ed iniziai a cuocerlo. A bagnomaria. In una ciotola di vetro. E ho detto tutto. Cioè, ma chi mai avrebbe potuto pensare che una ciotola in vetro solida e spessa potesse esplodere???!! No dico, io no di certo. Eppure mentre ero lì bella tranquilla a mescolare la fantastica cremina al limone che si stava pure per addensare e alla quale avevo appena aggiunto il burro....BBAMMM!! Vetro e lemon curd OVUNQUE. Avrei voluto leccarlo via dai fornelli tanto mi dispiaceva.
Okokok col senno di poi non sono stata tanto furba, ma non è colpa mia se ho questo rapporto di sopravvalutazione col vetro (una volta mi sono pure seduta su un tavolino da salotto pensando mi reggesse...). Saranno stati gli anni di pubblicità della Bormioli Rocco, che vi devo dire.
Va beh che conosco gente che è riuscita a far esplodere il ripiano in vetro del frigo appoggiandoci sopra una pentola bollente per raffreddarla più in fretta per cui almeno mi consolo sapendo di non essere l'unica.
Per fare questa torta iniziate preparando il lemon curd.
Mescolate bene le uova e i tuorli con lo zucchero (i due albumi li userete per la meringa), aggiungete la buccia di limone e il succo. Mettete la ciotola (no, non in vetro) su una pentola con un po' d'acqua che sobbolle e continuate a mescolare fino a quando la crema inzierà ad addensarsi e a velare il cucchiaio e/o raggiungerà 80° (circa 15 minuti). Togliete dal fuoco, fate intiepidire ed aggiungete il burro a pezzetti poco alla volta. Amalgamate fino ad ottenere un composto liscio (aiutandovi con un frullatore ad immersione se serve), coprite con la pellicola a contatto (controllate che sia senza pvc) e fate raffreddare (no, non in frigo...o non subito almeno).
Preparate poi la frolla mischiando il burro a pomata con lo zucchero. Aggiungete il sale, il miele, le uova ed infine la farina.
Lavorate velocemente, formate una palla, appiattitela, avvolgetela nella pellicola e fate riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Riprendete la frolla, stendetela sottilmente, adagiatela nella teglia, fateci dei fori con la forchetta, coprite con alluminio, versateci dei fagioli (per dire, anche i ceci vanno bene) e cuocete in forno caldo a 180° per 20 minuti, togliete i fagioli e l'alluminio e ancora in forno per 5/10 minuti fino a doratura.
Fate raffreddare bene e intanto preparate la meringa all'italiana.
Molte ricette della lemon meringue pie vi faranno solo montare albumi crudi con lo zucchero per poi dargli una passata veloce sotto al grill.
NON FATELO! Gli albumi crudi non vanno bene! Sono indigesti e fanno cagare di nome e di fatto!!! Spendete 5 minuti in più e investite 7 euro per un termometro! Dai, lo vendono anche all'ikea! E chi non ci va all'ikea almeno una volta al mese a mangiare le polpette??! Poi ok il caramello si può fare anche ad occhio. Ma bisogna avere l'occhio. Ma anche due.
Dicevamo, mettete in un pentolino lo zucchero con l'acqua e portate a 120° o se avete l'occhio buono portate il caramello fino allo stadio del filo che cola. Io sono miope e infatti ho bisogno del termometro per stare tranquilla.
Nel mentre iniziate a montare gli albumi con qualche goccia di succo di limone. Quando inizieranno ad esser sodi mantenete la velocità media del frullatore e iniziate a versarci il caramello a filo. Continuate a montare per circa 10 minuti per far intiepidire la meringa pian piano. Mi raccomando, usate in breve tempo la meringa italiana perchè indurisce in fretta e diventa poco spalmabile. Mentre potete preparare in anticipo frolla e lemon curd la meringa no, fatela al momento, che sennò la torta verrà una merda.
Ora potete assemblare la pie. Versate il lemon curd ormai freddo nella frolla, spalmateci la meringa con una spatola o meglio con una sac à poche (con la spatola è più difficile perchè si tira dietro il curd). Passateci sopra velocemente la mini fiamma ossidrica come la chiamo io o cannello da cucina come la chiamano gli altri, oppure passate sotto al grill del forno per qualche minuto. State lì davanti inchiodati a controllare perchè si grema in un attimo.
Servite subito o anche bella fredda da frigo come piace a me.


venerdì 25 maggio 2012

Gelèe di fragole e cioccolato


Ingredienti per quattro persone:
300 gr di fragole
2 cucchiai di zucchero di canna
qualche goccia di succo di limone
1 cucchiaino di agar agar o 2 fogli di gelatina
50 gr di cioccolato fondente
2 cucchiai di olio di semi di girasole

Avete forse un deja vu??! No, non sto cercando di confondervi. E' solo che sono appena entrata nel tunnel dei budini e delle gelèe. Stampatevi bene nella mente questa immagine perchè la vedrete ripetutamente. 
Conoscete forse qualche modo per disintossicarsi? Cerotti, metadone, budini elettronici finti, club dei budinisti anonomi ecc.?? Vi prego. E' un problema serio. 
No perchè io sono così, mi piace sperimentare ma a periodi entro in loop. Lo scorso inverno c'è stata la fase dei passati monoverdura. Frullavo di tutto. Ero la versione di "Non aprite quella porta" ma con un miniper in mano e facevo strage di verdure. Poi sono passata ai gazpachi estivi, che in realtà sono la stessa cosa. E ora alle gelèe. Help me.
E poi ho visto il contest di Bianca dove il primo premio è una scatola di latta. Io ADORO le scatole di latta. Ne ho una per tutto: per i medicinali, per il set da cucito anche se non so cucire ma non si sa mai, per le cose da non perdere, per i biscotti, per il set per la pulizia scarpe anche se non ho il set da metterci ma la scatola era troppo bella, per i trucchi. Ma quella per il tè mi manca. Come potevo non gareggiare? No, ditemelo. Ho smesso di comprarle perchè non ho più posto, ma se la vinco....beh in quel caso non conta. Un posto da qualche parte si trova.
Quindi sommando questi due fattori, il risultato è questa gelèe alla fragola con cuore di cioccolato fondente. Che è davvero una goduria. 
La procedura è la stessa del tortino di peperoni
Frullate le fragole con due cucchiai di zucchero di canna e qualche goccia di succo di limone. Misurate il volume e mettete l'acqua necessaria ad arrivare a 500 ml (circa 200 ml) in un pentolino con l'agar agar. Fate bollire per cinque minuti e aggiungetelo alle fragole. Rifrullate il tutto e versatelo negli stampini. Fate raffreddare in frigo.
Preparate intanto il ripieno sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente con 50 gr di acqua e due cucchiai di olio di semi di girasole. Prendete i budini ormai solidi, svuotateli parzialmente e mettete gli avanzi in un pentolino. Versateci un cucchiaio di ganache di cioccolato e infilate in freezer per una decina di minuti. Sciogliete nuovamente gli avanzi di gelèe e versateli sul cioccolato non appena sarà leggermente solido per chiudere e sigillare i tortini. Infilate ancora in frigo per almeno un'ora. Sformate e servite.
Come già detto partecipo al contest Delizie senza lattosio di Bianca come il latte.

domenica 20 maggio 2012

Catalana alle fragole e rose


Ingredienti per 4 persone:
600 gr di fragole
400 ml di latte
6 tuorli d'uovo
50 gr di amido di mais
250 gr di zucchero di canna chiaro
qualche petalo di rosa (cinque o sei)
qualche goccia di limone

Mi sento come il bianconiglio. Il contest di Ambra sta per scadere e ho pochissimo tempo. Aaaaargh!! E' tardi è tardi!! E' tardi!!! Mariaaaaaanna!!
Ricetta velocissima.
Preparate lo zucchero alla rosa frullando insieme zucchero e petali. 
Mettete a bollire il latte. Montate i tuorli con 180 gr dello zucchero preparato. Aggiungete l'amido di mais. Versateci il latte caldo senza smettere di mescolare. Dai dai veloci!! Rimettete tutto sul fuoco per qualche minuto fino a quando la crema si sarà addensata. Frullate le fragole con qualche goccia di limone. Muovetevi! Togliete la crema del fuoco e aggiungeteci la purea di fragole. Versate nelle coppette. Presto che è tardi! (?!) Fate raffreddare a temperatura ambiente poi infilate in frigo per almeno un'ora. Cospargete ogni coppetta con un cucchiaio dello zucchero avanzato e fate caramellare o sotto al grill o con il cannello da cucina o con il ferro a cremar.
Fiuuuuuu...ce l'ho fatta!


Con questa ricetta partecipo anche al contest Grazie dei fiori di Cardamomo & co!





giovedì 17 maggio 2012

Sigari al cioccolato bianco e limone



Ingredienti per circa 15 sigari
100 gr di albume
100 gr di burro
100 gr di zucchero
100 gr di farina
200 gr di cioccolato bianco
90 gr di panna fresca
un limone

Fumo blu, fumo bluuuu, unaaa nuvolaa e dentro TU! E poi, e poi, se un uomo sa di fuuumo ma sì, ma sì, è veramente un uomoooo...
Così cantava Mina. E che strani criteri aveva nel considerare la mascolinità. Ma soprattutto chissà cosa si era fumata lei perchè io il fumo blu penso di non  riuscire a vederlo manco ad Amsterdam.
E credo non l'abbia visto manco Tiziano mentre era lì in ritardo con Paola e non gli importava della pioggia che cadeva e lei era contentissima anche se la noia quella sera era troppa e lei chiamava duecento principi. Ohhh Paolaaa...ohhh Paolaaaa...
Oppaola!! Ma duecento??! Ma dove li metti duecento principi?! Va beh che sei la dama del castello, però dai..
Comunque per fortuna i sigari che faremo noi non sono blu e non sanno di fumo ma di cioccolato bianco e anche un po' di limone.
Per fare le cialde, che altro non sono che delle lingue di gatto di forma alternativa, mescolate insieme stesso peso di burro a pomata e zucchero con un cucchiaio, senza montare il composto. Aggiungete poi lo stesso peso di albumi e farina e mischiate fino ad ottenere un composto liscio.
Con una sac à poche o con qualcos'altro, spargete il composto su una teglia rivestita di carta da forno in rettangoli da circa 9x7 cm.
Cuocete in forno caldo a 200° fino a quando i bordi inizieranno a dorarsi. State fermi lì piantati davanti perchè ci mettono davvero poco (6/7 minuti).
Toglietele ed avvolgetele subito attorno a qualcosa di cilindrico tipo il manico di un cucchiaio di legno. Dovete esser velocissimi perchè si induriscono subito. E a tal proposito consiglio infatti di cuocerne massimo sei alla volta altrimenti non farete in tempo ad arrotolare l'ultimo, che vi si sfracellerà tra le mani. Fate raffreddare. Se dovessero rimanervi mollicci, come ogni tanto capita (ogni tanto...a me in realtà capita ogni volta perchè ho sempre paura di cuocerli troppo e quindi li tolgo troppo presto ma poi devo ricuocerli perchè son mollicci ma poi ho paura di cuocerli troppo e quindi li tolgo troppo presto ma poi son mollicci....ok, ci siam capiti), rinfilate i cannoli già fatti in forno per 2/3 minuti per farli asciugare.
Per la ganache montata portate a bollore la panna e versatela immediatamente sul cioccolato bianco spezzettato. Aspettate un paio di minuti e mescolate delicatamente per amalgamare il tutto. Fate raffreddare in frigo per qualche ora (meglio una notte). Riprendete il composto, aggiungeteci la buccia grattugiata di mezzo limone e qualche goccia di succo a vostra discrezione e montate con le fruste elettriche per qualche minuto fino ad ottenere una mousse densa.
Farcite i sigari con una siringa e conservate in frigo in un contenitore ermetico, che sennò diventano mollicci e li dovete rinfilare in forno. Muhahahaaha.

giovedì 3 maggio 2012

Crostata di fragole e crema al limone


Ingredienti per una crostata da 24 cm di diametro:
200 gr di farina 0
50 gr di farina integrale
150 gr di burro
100 gr di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di sale
1 cucchiaio di miele

500 ml di latte
300 ml di panna
6 tuorli
1 limone
90 gr di farina 00
120 gr di zucchero di canna

500 gr di fragole fresche


Alzi la mano chi non ama la crostata di frutta! Ecco appunto lo sapevo, non vedo nessuno.
Questo sì che è un vero grande classico intramontabile, mica come le scarpe a punta che oggi vanno e domani no e una è costretta a tenerle lì nell'armadio per usarle solo negli anni bisestili. 
E poi è un dolce sano e dietetico, la metà sopra è frutta! E quella sotto...quella sotto va beh, c'è il limone che fa bene, quindi non conta.
Ammetto che non è niente di estremamente originale o innovativo, ma quando ho letto dei due contest a tema fragole onestamente non ho trovato modo migliore per usarle e sono andata sul sicuro.
Per preparare la frolla mischiate a lungo il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete il sale, la cannella e il miele, mescolate ancora ed infine unite la farina. Mescolate velocemente fino ad ottenere una palla liscia (se necessario aggiungete un cucchiaio di acqua fredda), avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo per almeno un'ora. Preparate intanto la crema. Fate scaldare il latte insieme  alla panna con la buccia (parte gialla) a pezzi di mezzo limone e portate ad ebollizione. Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e gonfio, aggiungete la farina, togliete la buccia di limone dal latte ed aggiungetelo al composto di uova e zucchero quindi rimettete il tutto sul fuoco per qualche minuto, sempre mescolando, fino a quando inzierà ad addensarsi. Togliete dal fuoco, aggiungete la buccia di mezzo limone grattugiata e il succo di mezzo limone, coprite con la pellicola mettendola a contatto per e fate raffreddare.
Riprendete la frolla, stendetela sottilmente a circa 5 mm di spessore, bucherellatela con una forchetta, passetela in freezer per una quindicina di minuti per fargli mantenere la forma, ritiratela fuori, copritela con un foglio di alluminio, riempitela di fagioli e cuocetela in forno caldo a 180° per 20 minuti, togliete l'alluminio coi fagioli e cuocete per altri 5/10 minuti fino a quando inzieranno a dorarsi i bordi.
Fate raffreddare e versateci dentro la crema al limone.
Se potete servire entro breve tempo tagliate le fragole a fettine e guarnite senza aggiungere altro, altrimenti spennellateci o vaporizzateci un po' di succo di limone per evitare l'ossidazione della frutta.

Con questa ricetta partecipo al contest Fragole a Colazione di Cucina libri & gatti e al contest La fragola vien mangiando di L'amore in cucina!


mercoledì 18 aprile 2012

Pink positive


Ingredienti per 12 cupcake:
200 gr di farina integrale biologica
3 uova
40 gr di olio di semi di girasole
80 gr di burro
200 gr di cioccolato fondente
200 gr di zucchero di canna muscovado (io ho usato il Mascobado Altromercato)
1 cucchiaino di lievito
un pizzico di sale
per la decorazione:
250 gr di burro
500 gr di zucchero a velo
qualche goccia di succo di barbabietola

Eeeeeeeeeeee finalmente ho una bocchetta per fare i peeetaliiii!!! Pappappero. Ma come ho fatto finora a vivere senza?? Mammamia, mi sento troppo Buddy Valastro. E da oggi basta, farò solo ed esclusivamente rose in burro e zucchero. E le metterò ovunque. Sono troppo irresistibili in questo colore pastello e mi fanno tornare ai tempi delle Barbie. Commestibili un po' meno...nono ok, va bene, commestibili lo sono, diciamo poco...mangiabili, ecco mangiabili è un aggettivo adatto. Cioè, un pezzettino è anche buono, ma una rosa così, grande quanto un cupcake, insomma sarà ad occhio e croce almeno 3kg di burro. Per cui decreto che questo è un cupcake da mangiarsi in compagnia, un kg e mezzo a testa e i sensi di colpa lavi via. Sono troppo poetica.
In compenso la tortina sottostante è cosa buona e giusta, oltre ad essere un fantastico sacchettino virtuale dell'umido per metterci l'uovo di pasqua avanzato.
Per preparare questi cupcake montate insieme il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete le uova intere, l'olio, il cioccolato fondente sciolto a bagnomaria, il pizzico di sale, la farina integrale e il cucchiaino di lievito. Amalgamate per bene il composto e versatelo nei pirottini da muffin fino a circa 3/4 di altezza. Cuocete a 180° per circa 20 minuti e fate raffreddare.
Preparate la glassa al burro sbattendo con una frusta il burro morbido insieme allo zucchero a velo e a qualche goccia di succo di barbabietola fino ad ottenere una crema soffice e chiara. Decorate i vostri cupcake con una sac a poche e conservateli in frigo in un contenitore ermetico.
E dopo tutta questa fatica e le 1674354850 rose fatte e disfatte, potevo forse non partecipare ad un contest??! Ma mica solo uno! Eh no! Stavolta faccio l'en plein.

Con questa ricetta partecipo al contest "Glossy Cupcake" organizzato da Glossybox