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lunedì 12 agosto 2013

Chips di mais bianco e paté di baccalà per MY SECRET DINNER


Ingredienti per 4 persone:

400 gr di baccalà pronto da cuocere
la buccia grattugiata di due limoni
mezzo bicchierino di grappa
1 patata media bollita
50 gr di burro
olio extravergine
pepe rosa

500 ml di acqua
110 gr di farina di mais bianco
un pizzico di sale

Immagina una fresca sera d'estate.
Immagina una bellissima piazza, un bellissimo prato o un bellissimo cortile.
Immagina molta gente vestita di bianco e rosso.

E no, non c'entrano né Verdone né gli ultras né i Giapponesi.

Immaginali arrivare alla stessa ora e nello stesso luogo in modo elegante ed educato.
Immaginali portare un cestino di vimini pieno di prelibatezze preparate con amore.
Immaginali portare con nonchalance un tavolo e delle sedie.
E delle candide tovaglie. E delle stoviglie in porcellana. E dei bicchieri di cristallo. E delle posate d'argento. E un cestello per il ghiaccio. E magari pure un candelabro a braccia.
Immaginali mentre si sistemano con ordine e con cura e allestiscono il proprio posto tavola.
Immaginali tutti seduti insieme.
Immaginali mentre cenano, chiacchierano, ridono, si divertono.

Immagina di poter essere lì anche tu e partecipare, a gratis, solamente mandando una mail.
Immagina. Puoi.

Ti ho messo una curiosità scimmiesca e non vedi l'ora di sapere dove si terrà il primo pic-nic in città?? Allora vola sul sito dell'evento.

Hai un foodblog e hai in mente una ricetta che potrebbe essere perfetta per questo evento?
Allora guarda anche il sito della Sarah, perchè c'è un contest perfetto per te.

Vuoi invece uno spunto per una ricetta facile, buona, locale, che si può preparare in anticipo e trasportabile?
Allora rimani qui e continua a leggere.

Per le chips di mais bianco prepara la polenta come da istruzioni (io mischio acqua farina e sale e faccio cuocere per 90 minuti. Ok, non è prettamente estiva ma tanto la dovrai fare a Settembre quando sicuramente farà un gran fresco).
Versala poi su di un foglio di carta da forno, coprila con un altro foglio e stendila a circa 1 mm di spessore.
Falla raffreddare. Leva il foglio superiore e taglia la sfoglia di polenta a triangoli o rettangoli o rombi o cerchi.
Trasferisci la polenta incisa con il suo foglio di carta ancora attaccato su di una teglia e mettila in forno a 200° per circa 20 minuti fino a quando asciugherà e si formeranno le chips.
Falle raffreddare, dividile e conservale in un sacchetto di carta.
Per il patè metti il baccalà in una pentola piena di acqua fredda con qualche foglia di alloro e qualche grano di pepe. Porta a ebollizione e fai cuocere per 10 minuti.
Fai raffreddare, spella e spina il pesce e frullalo insieme agli altri ingredienti fino ad ottenere una sorta di spuma.
Trasferisci in un vasetto e conserva in frigo fino a quando non dovrai uscire di casa per la MY SECRET DINNER. 







lunedì 17 giugno 2013

Il contest dell'Estate: I piatti delle Stars! Ed altri imperdibili eventi



Cosa fate tra il 10 luglio e il 2 agosto?

Cosa dite? Non andate al mare perchè c'è troppa sabbia?
In montagna no perchè è troppo in alto? Al lago no perchè è troppo bagnato?

Ecco, quindi, piuttosto che stare a casa sul divano, che poi con sto caldo rischiate di fondercivisi insieme, cosa ne dite di fare un salto a Siena a seguire un favoloso concerto o uno spettacolo sotto le stelle nella splendida location di Piazza del Duomo?
La Iko International e Regione Toscana in collaborazione con la Confcommercio di Siena hanno pensato proprio a voi!
Guardate qui cos'hanno da proporvi: http://www.sienaandstars.com.

Ma, nel frattempo, volete qualche esempio?
Ok.
Da quando avete visto Banderas in "Ti va di ballare" non sognate altro che assistere ad uno spettacolo live di Tango?? (o Banderas, ma su quello non possiamo aiutarvi). Bene, allora fiondatevi il 14/07 a vedere Miguel Angel Zotto!
Il vostro compagno è appassionato di Jazz tanto da aver riempito la casa di vinili?? Allora non potete non regalargli un week end a sorpresa il 24/07 a vedere Claudio Fasoli!
Preferite i ritmi cubani? Allora prendete un bel mojito e gustatevi il 19/07 i Buona Vista Social Club.
Amate spasmodicamente i Baustelle??!! E allora siete ancora più fortunati perchè il 28/07 luglio, insieme a loro, trovere anche a me!! Che per fortuna vostra non sarò lì a cantare. 
O perlomeno non dal lato del palco. 
Anzi no, non è vero, io sarò oltre il palco, perchè potrò andare nel back stage!!!
Infatti non so come dirvelo, perchè sarete tutti invidiosissimi e non dormirete più la notte, ma io, proprio io, insieme ad altre 23 blogger ho avuto un deretano incredibile. 
Più di quanto già non lo abbia realmente.

Ma com'è iniziato il tutto?
E' andata più o meno così:

Ufficio. 
Interno giorno.
Squilla il telefono.
"Ciao, sono io"
"Buonasera dottore"
Muahaha no scherzo dai, quella è un altra storia.
"Ciao, son la Patty, sei seduta?"
"Sì" (da circa 7 ore peraltro..).
"Senti, la confcommercio ha pensato questa cosa: cosa ne diresti di venire due giorni a Siena, assistere al concerto dei Baustelle, andare nel back stage, testare l'ospitalità della zona e, per animare in modo particolare una delle serate, preparare un menù personale in collaborazione con lo chef di uno dei ristoranti che proporranno le cene pre-concerto?"
5 secondi di silenzio.
Va beh dai, saranno quelli dello ZOO di 105 che fanno gli scherzi.
Ma, nel dubbio, siccome io sono una yes woman, e nonostante stessi già iniziando a pezzare, ho detto sì.
Si! Si! SIIIIIIIII! 
E sarò mica così scema da rifiutare??!

E quindi insomma, cosa farò lì due giorni?? 
Eh, intanto lavorerò alacremente per preparare un menù coi fiocchi (giuro, niente Gutalax ;-))) che potrete assaggiare se verrete a trovarmi, e poi nel resto del tempo gozzoviglierò con le altre 3 fantastiche blogger che saranno con me quel weekend saltando (più che altro rotolando) da una degustazione all'altra.
Ecco insomma, diciamo che mi sacrificherò per testare l'ospitalità Senese per voi.
Perché, come si suol dire, è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo.

Ma le novità sbalorditive non sono finite qui. 
Volete sapere chi sono le altre 23 blogger che parteciperanno agli eventi e dove potrete incontrarle? Volete controllare la rassegna, prenotare hotel e ristoranti, visite tematiche e cene nei ristoranti convenzionati, comodamente seduti sul wc di casa mentre giocate col vostro smartphone nella pausa relax post ufficio??? E allora non potete non scaricare l'App Inner Siena&Stars, la prima in Italia di questo genere, che troverete anche qui, dal 28/06!

Non siete ancora soddisfatti? Come dite?? Volete qualcosa che vi riguardi ancora più da vicino?? Cooooosa???! Volete soggiornare a Siena in coppia a gratis e vedere pure il concerto di Ludovico Einaudi??
Bravi, bravi. Mi siete piaciuti e per me è sì.
Quindi ecco tutto per voi il contest dell'Estate!!

Come partecipare?? E' semplice!
Guardatevi il calendario eventi, scegliete un artista o un genere musicale che vi ispiri un piatto (antipasto primo dolce quello che volete), preparate una ricetta e pubblicatela sul vostro blog tra il 17 giugno e il 17 luglio.
Segnalate il link sul sito della Patty (Andante con gusto) dove troverete anche tutte le regole del contest, e incrociate le dita.
Se vincerete, oltre ad accaparrarvi biglietti VIP per il concerto di Einaudi e soggiorno e cena per due persone a Siena, la vostra ricetta sarà realizzata da uno dei ristoranti partecipanti!

Io, come dire, per ovvi motivi, non posso partecipare al contest. Però sono stata talmente ispirata che ho voluto comunque dare il mio contributo.
E cos'ho preparato?? Dei tartufi salati di ricotta.
Semplici, eleganti, puliti, stupefacenti ed emozionanti come solo la musica di Ludovico Einaudi sa essere.
Ed eccoli qui, tutti per voi.




Ingredienti per circa 12 tartufi:

200 gr di ricotta
30 gr di parmigiano grattugiato
20 gr di pangrattato
la buccia grattugiata di due limoni
un pizzico di noce moscata
50 gr di mandorle tritate

Mescolate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto lavorabile con le mani (aggiungendo o diminuendo il pangrattato, se necessario).
Formate delle palline del diametro di circa 3 cm e rotolatele nelle mandorle tritate.
Mettete nei pirottini e conservate in frigo.

PS Oltre alla magnifica ricetta (;-)) vi piace pure la scatola della foto??? Ok, qui trovate il template.
Salvatelo, stampatelo su un foglio A4, piegate sui tratteggi, tagliate i bordi, incollate le alette e via.



domenica 31 marzo 2013

Un ingrediente per due: le ulive schiacciate



Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.
E infatti io son qui.
Dopo le pulizie e prima di ammazzarmi di cioccolato.
E al posto che propinarvi la solita colomba, parleremo invece di ulive schiacciate, tipica ricetta Calabrese.
Che non c'entrano niente con la Pasqua, ma ci piacciono tanto.
Quest'oggi sarò breve, che mi sono già sforzata troppo con la scheda.
Anche se per fortuna il grosso è stato fatto da....da? Come lo chiamiamo?? Il Lui, il Commensale, il Comandante Amigo son già stati presi, quindi a me cosa rimane???!
La Povera Cavia.
Ecco, bene. La Povera Cavia ci piace (almeno a me, a lui forse un po' meno. Lui inteso come lui e non come Lui ovviamente, anche se possiamo sempre chiederglielo).
Ecco, dicevamo appunto che la Povera Cavia, essendo Altoatesino, si è occupato della scheda.
Ed ora io, per non rubarvi altro tempo prezioso, ve la lascerò leggere.

(Scherzo, in realtà è tardi, ho il timpanu in forno (altra tipica ricetta Calabrese dei giorni di festa, piatto light e leggero come solo quelli Calabresi sono rinomati di essere, composto da bucatini conditi con sugo di soppressata, uova sode, uova sbattute per tenere insieme il tutto, polpettine di maiale fritte e fette di provola, il tutto stratificato con intervalli di parmigiano reggiano e cotto in forno. 
E se credete che questo sia il piatto unico di oggi vi sbagliate, perché Pasqua non sarebbe Pasqua senza uova sode e lattughino di antipasto, un po' di agnello al forno con patate e un pezzo di colomba con la crema. Ma d'altronde è o non è giorno di festa?? Il resto dell'anno, a parte la Vigilia Natale Santo Stefano l'Epifania il mio compleanno le feste comandate le domeniche i compleanni di amici e parenti il 1 maggio il 25 aprile ferragosto tutti i santi tutti i morti, sono a dieta, quindi fanculo, oggi dovrò pur mangiare come si deve. Vorrete mica mi lasci morire di fame vero?).

Ecco quindi la scheda delle ulive schiacciate:

"L’ulivo, o olivo, è una pianta millenaria originaria dell’Oriente. 
E’ una pianta da frutto sempreverde che vive in climi temperati e a non più di 800 mt di altitudine, poichè teme le gelate. 
Inizia a fruttificare verso il 3-4° anno di età, diventa pienamente produttiva verso il 10° ma raggiunge la maturità solo dopo il 50° (come succede un po’ anche agli uomini, intesi come genere maschile) 

Nel mondo esistono oltre mille cultivar d’olivo riconosciute ed almeno 500 sono presenti in Italia. 
Queste varietà si possono dividere in tre gruppi principali:

- da olio 
- da mensa 
- duplice attitudine 

Le cultivar da olio producono frutti di una dimensione medio piccola e con una resa più elevata mentre quelle da mensa producono olive più grandi e più polpose e quindi più adatte al consumo diretto. 
Quelle a duplice attitudine invece sono come il nero: vanno bene con tutto. 

Le olive nascono in estate, quando la maggior parte dei fiori d’ulivo sono caduti e sono rimasti sui rami solo i pochi fecondati. 
Crescono in autunno e in base alle temperature e alle piogge, lo fanno tanto o poco o il giusto. 
Se il clima è troppo secco l’uliva rimarrà piccina, con poco olio all’interno. 
Se il clima è troppo umido l’uliva assorbirà troppa acqua ed avrà comunque poco olio all’interno. 
Un po’ come dire che qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai. 
Ma se invece il tempo sarà giusto, non troppo caldo e non troppo freddo, non troppo umido né troppo secco, le ulive saranno perfette. 

E da metà ottobre, quando inizieranno a cambiare colore e a maturare, partirà la raccolta, che potrà protrarsi fino a dicembre, sempre a seconda del tempo. 
Per le ulive da tavola classiche si usano quelle ancora totalmente verdi, mentre il momento ideale per raccogliere quelle da olio è quando il frutto è un po’ verde e un po’ viola, ovvero quando è maturo ma non troppo, perché altrimenti una maturazione eccessiva darà un olio con un’acidità troppo alta. 
Quelle invece che si mangiano completamente nere sono quelle raccolte a fine maturazione. 

Man mano che le olive verranno raccolte con i vari metodi (il migliore rimane ancora quello manuale, che permette un totale controllo dei tempi di maturazione), il raccolto verrà portato al frantoio per produrre l’olio, oppure verrà trasformato per il consumo diretto. 
E chi di voi ha provato ad assaggiare un’oliva direttamente dalla pianta sa quanto queste necessitino, prima di essere gustate come si deve, di una forte deamarizzazione. 

In questa occasione ci occupiamo solo di una tipica lavorazione e trasformazione Calabrese ovvero: le ulive schiacciate (in dialetto ammaccate). 
Questo lungo e laborioso processo inizia ad ottobre con la raccolte delle ulive quando sono ancora verdi. 
Una volta raccolte, le ulive vengono poi prese una per una e gli viene tolto il nocciolo (ùasso, in dialetto). 
Un tempo questo lavoro veniva fatto con una pietra di fiume tondeggiante mentre oggi si usa un semplice batticarne (anche se qualcuno continua ad utilizzare il metodo tradizionale). 
Le ulive schiacciate vengono poi messe in un recipiente pieno d’acqua e limone. 
L’acqua servirà a far perdere loro l’amaro mentre il limone servirà a mantenerle verdi non facendole ossidare. 
E da qui per una volta al giorno, per almeno 15 giorni, le ulive dovranno essere scolate e l’acqua cambiata. 
Una volta perso l’amaro, si potranno finalmente invasare molto ben pressate, in vasi sterilizzati insieme a sale, aglio e finocchietto selvatico e si potranno gustare dopo una decina di giorni di riposo."


E ora qui di seguito la mia ricetta e qui invece quella di Serena:



Ingredienti per 6 cestini:



6 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato
500 gr di yogurt bianco intero (o 300 gr di caprino)
la buccia grattugiata di due arance
un pizzico di pepe rosa
qualche uliva schiacciata

Qualche ora prima di preparare i cestini mettete lo yogurt in un telo pulito ed appoggiatelo su di un colino o un colapasta per fargli perdere l'acqua (anche il giorno prima).
Quando sarà sufficientemente sodo, tipo del caprino, (ma se state usando il caprino questa info non vale) mischiateci la buccia grattugiata delle arance.
In una padella antiaderente ben calda versate un cucchiaio di formaggio grattugiato per ogni cestino. Quando sarà bello sciolto e i bordi inizieranno a dorare, levate la padella dal fuoco ed aspettate un paio di minuti che inizino ad intiepidirsi le cialde. Tiratene poi su una alla volta ed appoggiatela su di un bicchierino rovesciato (tipo quelli da liquore).
Dategli un po' di forma con le mani e se serve impilateci sopra un altro bicchiere.
Fate raffreddare e, se non vi servono subito, conservateli in frigo in un contenitore ermetico.
Se invece ve li volete magnare subito, con una sac a poche squizzateci dentro una noce di yogurt denso, appoggiateci un'uliva e sparpagliateci un po' di pepe rosa.
Tenete conto che con il passare delle ore la cialda si smolla, quindi farcitela poco prima di servire.

Ah, ovviamente, tanti cari auguri di Buona Pasqua a tutti voi.

domenica 25 novembre 2012

Arancine alla Milanese


Ingredienti per 18 arancine:

Per il riso
1 kg di riso Carnaroli
2,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
50 stimmi di zafferano
70 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.
tre cucchiai di farina di riso

Per il ripieno
quattro ossibuchi di vitello o vitellone
2 cucchiai di farina
mezza cipolla
mezza carota
burro e olio
un po' di brodo
buccia di limone
prezzemolo
1 acciuga

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di farina di mais fine

Olio di semi per friggere

Quando ho visto che la Robi aveva vinto questo MTC un po' mi sono emozionata dato che lei è una delle foodblogger che conosco da più tempo, che mi sta tanto simpatica, che fa delle ricette meravigliose, che mi insegna un sacco di cose sulla sua Sicilia e sì beh insomma, diciamocelocelocelo (alla Marchesini), è una di quelle a cui sono più affezionata. 
E tra l'altro è pure colei che mi ha iniziato all'MTC. 
Che mi ha spinto nel tunnel. Che mi ha inglobato nella setta. 
Che mi ha convinto ad entrare in questo giro di gente pazza che si sfida e cucina la stessa cosa a scadenze e sotto pressione.

Cazzo Robi ma in effetti siamo sicuri che anche io ti stavo simpatica?! 

E quindi insomma, questo mtc era particolamente sentito. 
E pensa che ti ripensa per trovare qualcosa di adatto, alla fine ho avuto una folgorazione. 
Maledetto phon. 
E ho pensato: ma se l'arancina al posto che nascere in Sicilia fosse nata a Milano, come sarebbe stata? 
A parte cocainomane, snob e alla moda. 
Di sicuro ci si sarebbe trovato dentro del Carnaroli, dello zafferano e dell'ossobuco. 
E al posto del pangrattato probabilmente della farina di mais. 
E quindi ecco, io ho proseguito su questa strada e ho fabbricato un aranciun. 
O un'aranceoula. O ciamala cume ti par, pirletta.

Come insegna Robi il riso e il ripieno vanno preparati con qualche ora d'anticipo in quanto al momento dell'assemblamento delle arancine devon esser freddi.
Per il risotto fate imbiondire la cipolla in qualche cucchiaio d'olio, aggiungete il riso e fatelo tostare per un paio di minuti, unite lo zafferano e il brodo un mestolo alla volta e portate a cottura (al dente). Fuori fuoco mantecate con burro e parmigiano.
Nel mio caso per aumentarne la cremosità, dato che il mio riso non ha rilasciato molto amido, ho aggiunto durante gli ultimi cinque minuti di cottura tre cucchiai di farina di riso. 
Per il ripieno invece prendete gli ossibuchi, infarinateli leggermente e fateli rosolare a fuoco alto in una padella con qualche cucchiaio d'olio e una noce di burro.
Aggiungete il trito di cipolla e carota, rosolate per qualche minuto, aggiungete un mestolo di brodo, coprite con il coperchio ed abbassate il fuoco al minimo. 
Fate cuocere così per circa un'ora e mezza controllando ogni tanto che la carne non stia diventando un tutt'uno con la padella e nel caso aggiungete poca acqua o brodo. 
Fuori dal fuoco aggiungete la gremolada preparata tritando la buccia di mezzo limone con qualche filo di prezzemolo e un acciuga.
Una volta tiepidi tritate gli ossibuchi al coltello o spezzettateli con le mani aggiungendo il sughetto rimasto sul fondo della pentola e il loro midollo.
Raffreddate riso e ripieno in frigo per almeno 3 o 4 ore.

Per formare le arancine invece vi invito a guardare il suo dettagliatissimo precisissimo e bellissimo post che, riassumendo, dice di preparare le palle di riso con le mani umide, farle riposare in frigo per una mezz'ora, ritirarle fuori e farci il buco premendo col dito, infilarci il ripieno, richiudere, immergere nella lega preparata mischiando con una frusta la farina, l'acqua e il sale, far sgocciolare per qualche minuto sulla carta da forno, rotolare nella farina di mais e friggere per due tre minuti in olio profondo fino a doratura.

Con questo post ringrazio Robi per la meravigliosa ricetta e partecipo all'MTC di novembre.


giovedì 15 novembre 2012

Polpettine di seitan con salsa al basilico


Ingredienti per circa 20/25 polpette:
400 gr di seitan
due cucchiai d'olio extravergine d'oliva
un cucchiaio di salsa di soia
la buccia grattugiata di un limone
una manciata di pangrattato
una manciata di mandorle frullate
Per la salsa al basilico:
50 ml di latte di soia non zuccherato
100 ml di olio di semi di girasole
un pizzico di sale
qualche goccia di succo di limone
una manciata di foglie di basilico
una manciata di pinoli
mezzo spicchio d'aglio

Sì, so che questa sembra una ricetta estiva ma non è che possiamo mica pubblicare tutti delle zuppe.
E poi comunque qui a Milano è già ormai praticamente primavera e io non ho mai avuto il basilico così bello sul balcone.
Che tra l'altro ho da poco scoperto trattasi di una pianta annuale, quindi in ogni caso meglio farlo fuori ora per evitargli lunghe e inutili sofferenze. 
E pensare che ho sempre creduto di essere una pianticida mentre lui invece moriva autonomamente. Che ignoranza oceanica.
Tornando al tempo, non che ami particolarmente parlarne, che poi sembra che non ho un cazzo di meglio da dire, ma fa oggettivamente caldo. 
Tanto che al mattino parto vestita a strati come una lasagna e mi spoglio man mano fino ad arrivare in ufficio in maniche corte. 
Potrei quasi farci un video in stop motion.
Che poi in realtà il caldo tanto oggettivo non è, dato che proprio in questo periodo di transizione si manifestano le soggettive percezioni di temperatura.
Infatti in giro si vede gente in bermuda che passeggia accanto a gente vestita con piumino, cappello, sciarpa e stivali col pelo. 
Anche se mi viene il dubbio siano forse solo persone che non hanno controllato il meteo.

Arrivando invece alla nostra ricetta postestiva o preinvernale, oggi si parla di seitan.
Che è quella roba un po' gommosa, un po' ciccosa e un po' insapore che a volte perculandoci ci dicono sia uguale alla carne.
Però a me piace. Nonostante tutto. E questo chiamasi amore incondizionato.

Allora, il seitan o muscolo di grano, che però sotto questo nome mi fa un po' senso, non è altro che un ammasso di glutine. E quindi è ricco di proteine e povero di grassi.
Si può comprare già pronto (a prezzi, secondo me, esorbitanti) oppure si può preparare in casa partendo direttamente dalla farina o dal glutine essiccato (che trovate in sacchetto nei negozi biologici).
Avete mai fatto il pane o la pizza in casa? Avete presente quello slaimer che vi rimane sulle mani quando le lavate sotto l'acqua corrente e che immancabilmente rischia di intasarvi il lavandino? Ecco, quella è la parte gltutinosa della farina.
Ed il procedimento per fare il seitan è esattamente questo: si impasta la farina con l'acqua fino ad ottenere un panetto che poi andrà lavato per eliminare la parte amidacea.
Una strada più semplice e veloce, che poi è quella che ho seguito io, è quella di comprare direttamente il glutine secco che va solamente impastato con acqua per ritrovarsi immediatamente con il panetto pronto da cuocere una quarantina di minuti.
Quindi insomma, qualunque strada voi seguiate, noi qui partiamo con del seitan già pronto.
Che andrete a tagliare a pezzettini e a frullare con due cucchiai d'olio, un cucchiaio di salsa di soia, la buccia grattugiata del limone ed eventualmente un goccio d'acqua fino ad ottenere un composto lavorabile.
Con le mani umide formate delle palline grandi come una noce e fatele rotolare nel miscuglio di pangrattato e mandorle tritate.
Disponetele su una teglia coperta con carta da forno, irroratele d'olio (a tal proposito per usarne meno e distribuirlo meglio trovo comodissima l'oliera spray) e cuocetele in forno caldo a 200° fino a doratura per circa 10/15 minuti.
Preparate poi la salsa al basilico.
Mettete nel bicchiere alto del minipimer (o in una tazza alta o in un vasetto alto o in quello che vi pare) l'olio con il latte di soia (mi raccomando che siano alla stessa temperatura altrimenti l'emulsione è un casino), un pizzico di sale e un cucchiaino di succo di limone e iniziate a frullare fino ad ottenere una maionese densa.
Aggiungete le foglie di basilico spezzettate, una manciata di pinoli e mezzo spicchio d'aglio e dategli un'altra rapida frullata.
Ecco fatto.

Con questa ricetta partecipo al contest di Tour De Fork: Riconoscere, scegliere e sostituire, in cui si chiedeva di rielaborare una ricetta classica proponendola in versione più sana.
Ecco io allora ho preso le classiche polpette, ci ho tolto la carne e l'ho sostituita col seitan, alimento leggero e vegetale, non le ho fritte ma le ho cotte al forno e le ho accompagnate con una maionese senza uova.
Che insomma, più leggero di così si muore.

mercoledì 27 giugno 2012

Grissini di finta sfoglia senza burro


Ingredienti per circa 20 grissini:
300 gr di farina di farro integrale
150 gr di acqua
per la maionese:
1 uovo
200 gr di olio di semi di girasole
qualche goccia di succo di limone
un pizzico di sale
semi di sesamo
semi di papavero
paprika
sale grosso

Domenica ho fatto 30 anni. E mi sento uguale a sabato.
Ma inevitabilmente questa età, considerata un numero fondamentale per molti, mi porta a fare delle riflessioni sulla mia vita.
Del tipo:
sono almeno 15 anni che mi faccio la tinta.
Prima per cambiare il mio colore naturale. Poi quando finalmente sono maturata e ho deciso di tenermi il mio sono iniziati a spuntare i primi capelli bianchi. Precocemente. Il che mi obbliga ogni mese ad estenuanti sedute dal parrucchiere o a manovre da contorsionista a casa.
Sono almeno 15 anni che mi faccio la ceretta. Ovvero sono 15 anni che soffro. E anche di questo non posso farne a meno, dato che ho il colore della pelle inversamente proporzionale a quello dei peli. E vi dico solo che la mia pelle ha la tonalità di questo sfondo.
Sono almeno 15 anni che ho il ciclo e che ogni mese i miei ormoni impazziscono.
Sono almeno 15 anni che faccio finta di mettermi a dieta.
Ho studiato per quasi 15 anni.
Sono quasi 15 anni che lavoro.
Insomma in pratica la metà della mia vita sono stati anni del cazzo.
E cosa mi state chiedendo? Cosa mi aspetto dai prossimi 30?
E che ne so. Sono ancora troppo piccola per pensare a cosa farò da grande.

E dato che sono in vena di confidenze, per prima cosa ringrazio molto Mimi per aver pensato a me e per avermi girato il premio del versatile blogger e poi procedo svelandovi 7 cose che (forse) non sapete di me.

- Amo dire quello che penso ma poi ho paura delle conseguenze. Infatti vi dico che non mi piace continuare le catene di sant'Antonio ma che ora ho paura che Mimi mi mandi del ramandolo corretto alla polverina urticante.
- In alcune cose sono eternamente indecisa. Se esco per mangiare la pizza e dentro di me ripeto come un mantra pizza-pizza-pizza nel momento in cui arriverà il cameriere probabilmente ordinerò una lasagna.
- Quando vedo qualcuno che si mette le dita nel naso mi viene il voltastomaco. Se mai avrò un figlio girerà per casa con una molletta fissa al naso.
- C'è stato un periodo della mia vita in cui ogni volta che mangiavo fuori casa trovavo sempre un pelo o un capello nel piatto. Ora non mi succede più. Probabilmente non me ne accorgo e li inghiotto.
- Sono bipolarmente schizzinosa. O schizzinosamente bipolare. Ho dormito tranquillamente nei peggiori ostelli d'europa e mangiato ovunque roba di dubbia provenienza ma portatemi da Mc donalds e io avrò schifo di sedermi perchè mi sembrerà che tutto sia unto e bisunto.
- Sono estremamente disordinata ma vorrei essere ordinata. Mi piace avere un armadio con i vestiti in ordine cromatico ma dopo un ora dall'averlo sistemato pare ci abbia fatto scoppiare dentro i petardi.
- Adoro le sorprese ma solo quelle che mi aspetto già. Le altre tento di scoprirle.
- Mi sento estremamente a disagio se devo stare al centro dell'attenzione ma se non vengo considerata ci rimango male.
- A volte mi sento fuori dal coro e questa cosa mi piace per cui se anche dovevo dire solo 7 cose io invece ne dico 8.
- A volte mi piace andare controcorrente per cui, sempre se Mimi mi autorizza e non si offende, liberalizzerò il premio versatile blogger e lascerò che ogni blog del mio blogroll lo possa prendere liberamente a patto di scrivermi nei commenti 7 cose che non so di lui/lei.
- A volte non mi so trattenere e infatti sono arrivata a 11. 

E ora vi racconterò di questi ottimi grissini di non sfoglia che vanno benissimo per la mia non dieta.
In realtà il risultato non è propriamente una sfoglia, diciamo più una pasta croccante molto alveolata. Ma come si può pretendere di avere una sfoglia perfetta senza burro? Sarebbe come chiamare ciambella una torta senza il buco. Ma d'altronde non tutte le ciambelle nascono col buco. E non tutti i grissini sfogliati nascono di sfoglia. E non tutte le sfoglie nascono col burro. E non tutto il burro...ok, la smetto. 
Per questo impasto mischiate la farina con l'acqua tiepida fino a formare una palla liscia che lascerete riposare coperta per una mezz'ora.
Ovviamente potete usare la farina che volete, ma quella integrale gli darà quel non so che di rustico che ci sta proprio bene. E non mi stancherò mai di dirlo: cercate di comprare tutto biologico, ma soprattutto fatelo quando comprate qualcosa di integrale. La crusca esterna è quella su cui si depositano tutti i diserbanti e composti chimici con i quali le piante vengono trattate e nelle robe integrali ve le cuccate tutte. State attenti.
Preparate poi la maionese frullando l'uovo (in questo caso usiamo anche l'albume che tanto poi lo cuociamo) con il sale, il limone e l'olio. Qui maggiori dettagli.
Riprendete la palla di pasta e stendetela in un rettangolo.
Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe. Appiattite un po' con il mattarello. Spalmateci un velo di maionese. Chiudete a portafoglio con due pieghe.
Avete ancora maionese? Ecco allora appiattite un po' con il mattarello va,  spalmateci un velo di maionese e chiudete a portafoglio con due pieghe.
Ah, aiutatevi anche con un bel po' di farina perchè l'impasto si ammollerà mano a mano che assorbirà la maionese.
Ora chiudete il rettangolo nella pellicola e fatela riposare in frigo per un paio d'ore.
Riprendetela, stendetela ad un'altezza di circa un centimetro, tagliate delle strisce di circa 2 cm di larghezza. Cospargetele con sale grosso e spezie varie. Arrotolatele su se stesse e cuocetele in forno a 200° per circa 10/15 minuti fino a doratura.

giovedì 21 giugno 2012

Polpettine di ceci neri e melanzane con ketchup smart



Ingredienti per circa 30 polpettine:
2 melanzane medie
200 gr di ceci neri secchi
buccia e succo di mezzo limone
curcuma
zenzero fresco o in polvere
paprika dolce
sale
sesamo
olio extravergine 

Per il simil-ketchup velocissimo:
8 cucchiai di concentrato di pomodoro
2 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di zucchero di canna
sale 

"La cucina per me non è solo un luogo. E' un luogo di culto.
Mi ci reco ogni giorno. Ci compio dei rituali. Ci faccio delle adorazioni. 
E ci prego. 
Soprattutto quando in forno ho un soufflè. 
Quando invece ho gente a cena posso anche arrivare a compiere delle danze propiziatorie. 
La cucina è anche un amica. A volte più facile da gestire. 
Non ribatte quando le urli addosso. 
Non si lamenta quando la sporchi con il sugo. 
Non grida quando le rovesci addosso il caffè bollente. 
Non ti denuncia quando la pesti con un batticarne. 
Non si offende se la trascuri e ti ascolta sempre in silenzio senza interromperti.
E poi la cucina è il mio rifugio. 
Da piccola lo era la tenda degli indiani fatta con un lenzuolo appeso ad un albero in giardino. 
Poi lo è diventato la mia cameretta con il cartello "keep away" sulla porta. 
E poi crescendo lo è diventato la cucina. 
Che da quando non vivo più sola dev'esser rigorosamente abitabile per necessità di sopravvivenza. 
La mia.
La mia cucina ora è il nido in cui posso rifugiarmi quando ho bisogno di decomprimermi. 
E' il mio laboratorio in cui posso far confluire le mie energie e la mia creatività. 
Ma è anche, e soprattutto, il luogo in cui posso solo stare ferma. 
Seduta in silenzio sullo sgabello. 
A guardare fuori dalla finestra. 
Mentre aspetto che cuociano i biscotti. 
Senza bisogno di fare nient'altro." 

Questo microracconto lo trovate anche sul blog della LUBE, che gentilmente mi ha chiesto se volevo dedicargli una ricetta e parlare un po' del mio rapporto con la cucina, cosa che ho fatto volentierissimo.

Per preparare invece queste ottime polpettine procedete come segue:
mettete in ammollo i ceci e lessateli come da istruzioni (i miei necessitavano 2 giorni di ammollo e 2 ore di cottura).
Due. Giorni. Sì. Avete letto bene. Pratici, comodi e veloci. 
Ai 4salti in padella gli fanno una pippa.
Cioè praticamente devi decidere cosa mangiare con tre giorni di anticipo e sperare non capitino contrattempi perchè se poi qualcuno nel frattempo ti invita a cena sei fottuta.
No guarda scusami ma ho i ceci in ammollo, mi spiace, magari la prossima volta avvisami con un po' più di anticipo, ok??! Grazie. 
E tra l'altro non so nemmeno come io sia riuscita a non dimenticarmene. Io. Che non mi ricordo manco cos'ho mangiato ieri.
Cioè, in realtà lo so, dato mi son dovuta mettere il promemoria sul cellulare alla scadenza dei due gironi. Perchè per esperienza già la mattina dopo davanti alla ciotola dell'ammollo sarei rimasta lì inebetita a pensare da quanto tempo fosse lì.
Uhm. Ma da dove arrivano questi ceci? Ma li ho messi io? Ma ieri o l'altro ieri? No forse due giorni fa. O forse ieri mattina?? Ma non è che è uno scherzo? Mumble mumble.
Per questa ricetta ovviamente potete usare pure quelli gialli, che secondo me hanno lo stesso identico sapore.
Ah, anche quelli in scatola volendo. Al massimo dopo andate a confessarvi.
Procedete lavando le melanzane. Bucherellatele con una forchetta per evitare esplodano nel forno e cuocetele a 200 gradi per una ventina di minuti fino a quando saranno morbide.
Taglietele a metà, prelevate la polpa con un cucchiaio e mettetela in una ciotola.
Aggiungeteci i ceci lessati e tutte le spezie.
Frullate il tutto con un minipimer.
Formate con le mani inumidite delle polpettine della grandezza di una polpettina (chiaro no?) e rotolatele nei semi di sesamo.
Disponetele in una teglia foderata con la carta da forno. 
Irroratele con un filo di olio extravergine e cuocetele a 200 gradi per circa 10 minuti.
Per il simil-ketchup mettete in un pentolino il concentrato di pomodoro. Aggiungeteci l'aceto, lo zucchero e un pizzico di sale. Fate bollire per un paio di minuti.
Fatelo raffreddare e servitelo come accompagnamento alle polpettine.

Con questa ricetta sana, veloce, leggera, speziata e vegana partecipo al contest di VerdeCardamomo "La Ricetta del benessere".



venerdì 16 marzo 2012

Cozze pastellate


Ingredienti per una ventina di cozze:
una ventina di cozze (ma va?)
1 uovo
2 cucchiai di farina
un goccio di latte
una manciata di prezzemolo
olio per friggere
sale qubi

Ma se la cozza, morfologicamente parlando, ha un esplicito riferimento all'apparato genitale femminile, in che momento e da chi è stato deciso che l'espressione "sei proprio 'na cozza!" dovesse avere un'accezione negativa? Io alla luce di ciò, se qualcuno dovesse chiamarmi così, ho deciso di rispondere: "Grazie! So di essere proprio una gran figa!".
Sarà mica per questo che le cozze piacciono a (quasi) tutti??
Ma ora bando alle ciance. Prendete una ciotola e rompeteci l'uovo (anche se andrebbe rotto nel paniere), aggiungeteci la farina e mescolate bene con una frusta per togliere tutti i grumi, aggiungete un po' di prezzemolo tritato, sale qubi e latte fino ad ottenere una pastella abbastanza densa (ce ne vorrà qualche cucchiaio).
Prendete poi le cozze, sgusciatele (a meno che non vogliate fare un simpatico scherzo), passatele nella pastella e friggetele in olio caldo per un paio di minuti fino a doratura. Servite caldissime.
Per la serie: fritte sono buone anche le ciabatte.
Ah, con questa ricetta partecipo al contest di Scamorze ai Fornelli!


mercoledì 14 marzo 2012

Involtini di sogliola e speck


Ingredienti per 10 involtini:
10 filetti di sogliola
10 fette di speck
una manciata di pangrattato
qualche cucchiaio di parmigiano
un po' di prezzemolo tritato
un filo d'olio
sale e pepe qubi

La sogliola è un pesce anonimo. Non ha carattere.
Se ne sta lì...ferma...piatta come una platessa...sdraiata in mezzo alla sabbia...guardando in su...e aspetta. Ma aspetta cosa?! Il tram? Il sogliolo dei suoi sogni? Qualcuno che la tiri su per 50 euro? 
Ma invece niente. Passa uno qualunque e trac, finisce nel mio piatto. 
Che vita di merda.
E poi niente di personale eh, ma non sa di nulla (mica a caso piace anche ai bambini e a quelli più menosi).
E noi in questa ricetta per darle un po' di brio la facciamo incontrare con un bel maiale (inteso come suino, non come porcello, anche se di sicuro avrebbe preferito il secondo).
E non ce n'è per nessuno: maiale vince sogliola uno a zero.
Ora prendete i vostri bei filetti di pesce ed adagiateli da qualche parte, spargeteci un po' di pangrattato, un po' di parmigiano, un po' di prezzemolo, un pizzico di sale e pepe e stendeteci sopra una fetta di speck.
Arrotolateli su se stessi come una girella e fategli fare un giro negli avanzi di pangrattato-parmigiano-prezzemolo. Chiudete con uno stecchino, passateci un filo d'olio ed infornate a forno caldo a 200° per 10/15 minuti fino a doratura.

lunedì 12 marzo 2012

Gamberi vestiti di lardo e sfoglia


Ingredienti per 12 gamberi:
250 gr di pasta sfoglia
12 code di gambero
12 fette di lardo
1 tuorlo d'uovo per spennellare
semi di sesamo

Prendete dei gamberi o delle mazzancolle o quel che l'è (per me son tutti uguali dai, è solo una trovata di marketing), decapitateli e sgusciateli lasciando l'ultimo pezzettino di coda. Mummificateli con una fettina di lardo e con una strisciolina di pasta sfoglia. Spennellate con il tuorlo d'uovo sbattuto, cospargete di sesamo ed infornate a 180° per 15 minuti fino a doratura.
Et voilà: la mummia è servita.
Ps.: Un grazie speciale a B, che sa il perchè.

mercoledì 29 febbraio 2012

Cupcake al caprino, confettura di albicocche e timo


Ingredienti per 6 cupcake:
100 gr di farina
1 cucchiaino di lievito in polvere 
50 gr di olio extravergine
1 uovo
50 gr di latte intero
100 gr di caprino + 200 gr per la copertura
2 cucchiai di confettura Fiordifrutta Rigoni alle Albicocche
Timo
Sale

Ed ecco qui una ricetta last minute per un contest che scade oggi: "Una torta salata ma non troppo" della Rigoni di Asiago.
Ho già partecipato con lo strudel di agnello ma avevo ancora lì della confettura di albicocche e non ho saputo resistere...e poi sono davvero troooppo buoni per non divulgarli! 
Mettete in una ciotola la farina setacciata, aggiungete l'olio, l'uovo intero, il latte, il caprino, la confettura di Albicocche Fiordifrutta Rigoni, un cucchiaino di timo, due cucchiaini di sale e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Aggiungete il lievito ed amalgamate nuovamente. Versate il composto nei pirottini da muffin fino a circa 3/4 e cuocete in forno caldo a 180° per circa 25 minuti. Lasciar raffreddare.
Lavorate in una ciotola il caprino per la copertura con un pizzico di sale e un cucchiaio di latte se dovesse risultare troppo denso.
Inserite la crema ottenuta in una sac a poche e decorate i cupcake.

martedì 7 febbraio 2012

Flan di radicchio con salsa allo zafferano e porri croccanti


Ingredienti per 800 ml di impasto (8 vasetti)
500 gr di radicchio rosso di Chioggia
una piccola cipolla
due cucchiani di zucchero
due cucchiai di parmigiano grattugiato
100 ml di panna
tre uova uova intere
sale qb

Ingredienti per la salsa allo zafferano
150 ml di panna
un cucchiaio di parmigiano grattugiato
una bustina di zafferano

Ingredienti per la guarnizione
una foglia di porro
un cucchiaio di farina
mezzo bicchiere di olio per friggere

Tritare finemente la cipolla e farla appassire dolcemente con un filo d'olio.
Aggiungere il radicchio tagliato a striscioline e lo zucchero e far cuocere per circa 15 minuti a fuoco basso.
Frullare il radicchio, aggiungere il parmigiano, la panna, le uova e il sale e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Scaldare il forno a 150°, versare il composto in 8 vasetti o stampini (imburrati e infarinati se poi li vorrete sformare), adagiarli in una teglia, aggiungere acqua fino a metà vasetti ed infornare per 35 minuti. Controllarne infine la cottura con uno stuzzicadenti al centro, che dovrà uscirne asciutto.
Sfornare la teglia, lasciar intiepidire i flan e preparare nel frattempo la salsa.
Scaldare la panna (senza farla bollire) con il parmigiano fino a completo scioglimento, aggiungere lo zafferano ed amalgamare.
Versare un cucchiaio abbondante di salsa sopra ogni flan.
Per la guarnizione finale arrotolare su se stessa una foglia di porro, tagliarla a striscioline sottilissime, infarinarle e friggerle velocemente in olio fino a doratura.