Ingredienti per 4 persone:
250 gr di macinato di maiale
150 gr di grana padano grattugiato
un paio di cucchiai di vino bianco
qualche cucchiaio di brodo di carne (si può omettere)
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
La sfida di questo mese è stata tosta.
Non tanto per la pasta in sé, tanto che fosse un smaronamento già lo sapevamo tutti, come ogni pasta fatta in casa d'altronde.
Tanto è vero che quando ad Antonio chiesero: "Ok ti assumiamo. Preferisci fare i fusilli uno ad uno o i saccottini?"
Lui rispose: "No vi prego, la pasta no! Piuttosto parlo coi polli!".
E poi è finito a fare gli abbracci.
E sì, so che sono monotona e ogni tanto sta storia la tiro fuori, ma non posso farne a meno, è un'immagine che ha sempre il potere di risollevarmi il morale.
E sì, so che sono monotona e ogni tanto sta storia la tiro fuori, ma non posso farne a meno, è un'immagine che ha sempre il potere di risollevarmi il morale.
Dicevamo, che non è stata tosta per la preparazione in sé, quanto per il condimento.
Perchè diciamocelo, è facile (e qui mi verrebbe da citare un aforisma popolare che tratta di sederi degli altri, ma mi tratterrò) parlare di km 0 quando si abita vicino alla campagna in una terra meravigliosa (gnegnegne). Ma per quelli che abitano in città il cui unico km 0 è il super sotto casa come la mettiamo?!
Ma questo tanto non è il mio caso.
Facevo solo un po' di polemica gratuita.
Infatti io, nonostante abiti in una zona che fino a pochi anni fa era semi-periferica con ancora un po' di verde intorno ma che ormai là dove c'eeeera l'eeerbaaa ooora c'eeeè uuuun Auchaaaaaannnn, ho un pezzo di giardino nel quale abbiamo un piccolo orto e tre polli da compagnia.
Mi mancherebbe solo il mulino, giusto per tornare sul discorso di prima.
Anzi, per esser precisi, si tratta di tre galline femmine, chiamate amorevolmente da tutti "Le Ragazze".
E non chiedetemi come faccia a gestire tutto questo oltre ad avere un lavoro di 8 ore che mi tiene fuori casa 11, perché infatti semplicemente io non faccio una mazza; se ne occupa qualcun altro.
Altrimenti mi chiamerei Sarah Jessica Parker e avrei fatto un film.
Tornando alle ragazze, quelle che stanno in giardino, avere una gallina da compagnia in città è simpatico quanto avere un cane.
Con la differenza che non abbaia ma in compenso canta, è meno affettuosa, ti fa meno compagnia, è più autonoma, ti fa le uova, non ti porta il giornale e menchemeno le ciabatte ma in compenso scagazza uguale a un San Bernardo, se non di più.
Anzi, in effetti ora che ci penso, a parte le uova, avere una gallina è una gran ciulata.
No dai scherzo, è bello sentirle cantare alle 5 del mattino.
E quindi insomma, questo per me è il mio km 0.
Solo che cazzarola, Patty, l'unica volta che ero bella pronta per fare una magnifica pasta all'uovo cosa mi tiri fuori tu??? La pasta di semola.
Eh ma allora ditelo.
Comunque l'uovo, anche se non potevo piazzarlo nell'impasto, ho deciso che in ogni caso avrebbe dovuto essere un punto fermo della mia ricetta semplice e contadina, perché d'altronde in passato chi non aveva almeno un cinque sei sette otto centordici galline nell'aia insieme al cane da menare?
Però mi mancava qualcosa di altro da abbinarci.
E che cos'è che abbiamo qui in Brianza oltre che alle fabbrichette, la fantomatica pecora e l'onnipresente casseoula?
La luganega.
Che non è quella porcheria sottile e lunga che vi rifilano al supermercato.
E no. Perché qui, nella brianzachelavora, non ci accontentiamo mica della semplice carne di suino.
Eh no, noi, fin dai tempi antichi, ci aggiungevamo anche un sacco di grana padano e del vino bianco e del brodo di carne.
Che non ho ancora capito se servisse a renderla più pregiata o solo a far volume.
Sta di fatto che il risultato è un qualcosa di delizioso, di cremoso, di saporito, che si scioglie in bocca.
E si dice che il modo migliore per gustare questa prelibatezza sia mangiarla cruda sul pane caldo.
E si, so che la carne cruda di maiale dicono vada evitata per via della tenia, però dai se me lo dice un macellaio mi fido.
Oddio. Mi fido???!
Beh ormai è tardi. Ormai è tardi!! Non si torna, comunque sia! e quanta nostalgia uh uh.
Eppoi comunque prendere il verme solitario c'ha sempre i suoi vantaggi: ci pensate a quanto potrò mangiare senza assimilare niente??
E quindi insomma, da qui alla carbonara sbagliata der norde il passo è stato breve.
Quindi ho impastato i miei pici seguendo rigorosamente la ricetta della PattyPat e poi ho fatto le mie polpettine di luganega.
Che, attenzione, non sarà quella del marchio depositato ma a me pare uguale (ma shhhh, ditelo a bassa voce).
Per i pici vi copio paro paro il procedimento della Patty, che è inutile far fatica in due:
"Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno."
Per le polpettine invece mischiate la carne tritata con grana, brodo di carne, un goccio di vino, sale e una spolverata di pepe.
Amalgamate bene e formate delle palline grosse come nocciole giganti (?!).
Scaldate una padella antiaderente, versateci un filo d'olio e rosolatele velocemente a fuoco alto in modo da farle rimanere rosate all'interno.
Sbattete 2 tuorli in una ciotola capiente, versateci la pasta bollente appena scolata, aggiungete le polpettine e mischiate il tutto.
Servite con abbondante pepe.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di gennaio.