Che non è l'ultimo singolo di Ligabue.
Sarò sincera, fino a non molto tempo fa, nel mio immaginario l'alta cucina rappresentava la fame (proprio nel senso che pensavo non si mangiasse una mazza), abbinamenti impensabili e prezzi impossibili.
E le tre cose, per di più associate, non è che mi attirassero granché.
E quindi per i primi miei 30 anni di vita ne sono stata ben lontana.
Poi qualcosa è cambiato.
Ho iniziato a cucinare, a studiare, a sperimentare, a stare più attenta a quello che mangiavo, a pensare più alla qualità che alla quantità, a diffidare dagli all-you-can-eat a basso costo e dai menù con troppe pagine.
E pian piano ho iniziato a non aver più tanta voglia di uscire per pagare un piatto di carbonara mediocre che mi sarei fatta mille volte meglio a casa.
E poi ho iniziato a vedere, non la gente morta, ma chef ovunque.
Trasmissioni di chef, corsi di chef, talent di chef, reality di chef, giochi a premi con chef, chef che danno consigli per gli acquisti, libri di chef, riviste di chef, blog di chef, chef su Groupon.
Perché d’altronde si sa: in questo momento tira più uno chef che un carro di buoi.
E così, a fasi alterne di conati di vomito e curiosità, mi sono accorta che loro ormai erano tra noi.
Ed erano diventati avvicinabili.
Perché il bello è che ora gli chef sono in giro.
E li puoi vedere e toccare e fargli le foto e parlarci.
E così ti ritrovi a scoprire che sono umani (come modo di fare, non come umanità nel senso di uomini. Anche perché, e le donne??!)
E poi inizi a capire.
Inizi a capire che non sono solo cuochi ma sono artisti.
Inizi a capire che il cibo può non essere più solo nutrimento ma esperienza.
Inizi a capire che un buon piatto ti può emozionare quanto un concerto a San Siro.
O come stare davanti alle Slieve Leagues.
E inizi a renderti conto che spendere 100 euro e oltre per una cena non ti fa poi più tanta paura (si beh, finché si rimane nell'ordine di quella volta l'anno, altrimenti l'idea terrorizza ancora).
Soprattutto se sei disposto a spenderne agilmente 30 per una fottuta pizza+birra+dolcebindi, 80 per Madonna o 120 per una partita della Juve.
No dai scherzo, erano 40 per il Liga e la Juve non l’ho mai vista.
Maporcatroia quelli per la pizza invece li ho spesi un sacco di volte.
E questo 2013 per me alla fine è iniziato così.
Ma finirà com'è iniziato?
Ma finirà com'è iniziato?
A Febbraio con Identità Golose.
Per la seconda volta.
Perché la prima, diciamocelo, ero andata solo per gli assaggi.
E stavolta invece è stato emozionante.
Tutti quegli chef che parlavano parlavano parlavano (e a volte pure troppo, con effetti soporiferi), presentavano e spiegavano piatti come si trattasse di opere d’arte.
E tu, che poi sarei io, immagini i sapori.
E poi c'è stata una cena da Lorenzo Santi. Che mi ha conquistata e soddisfatta.
E che ringrazio di cuore perché mi ha dimostrato che non è mica vero che usciti da un ristorante gourmet poi tocca far tappa al Mc Drive.
E poi ancora c'è stato il corso la scorsa domenica con Ugo Alciati e Andrea Ribaldone (e i fotografi Davide Dutto e pure Bob Noto che purtroppo noto per me non lo era prima di allora (che ignoranza oceanica vergognosa). Però scusatemi, voi siete celeberrimi e vi meritate un degno spazio a parte, molto più di una parentesi).
E così in un niente ti ritrovi lì, ancora più vicino a loro. E ci parli.
E finisci pure col chiedere ad Ugo Alciati come sia possibile che i chicchi del tuo risotto a volte esplodono inspiegabilmente e ti viene un mappazzone (per non dire una merda).
Anche se usi il riso raccolto amorevolmente chicco per chicco e invecchiato per 1254 anni in botti di rovere che costa quanto un tartufo.
E lui, invece che mandarti a cagare con sufficienza, te lo spiega! (per la cronaca, la sera stessa sono arrivata a casa alle 22.00 e ho provato a fare un risotto. E cazzo, c’aveva ragione, mettevo troppo brodo alla volta!)
E allora tu, solo per questo, saresti pronta a sposarlo (scherzo. Però se proprio insisti....va che sono brava in cucina!).
E poi, in occasioni del genere, tu stai lì delle ore a guardarli cucinare, spiegare, raccontare, impiattare.
E poi assaggi i loro piatti buonissimi creati proprio sotto al tuo naso.
E poi assaggi i loro piatti buonissimi creati proprio sotto al tuo naso.
E tu allora torni a casa, e rifletti.
Ti commuovi quasi. E pensi e pensi e ripensi.
E pensi che, fanculo, se avessi risparmiato i soldi di quelle cazzutissime pizze fuori, sai ad oggi quante cene stellate ti saresti potuta sbafare???!
Ah. E oggi niente ricetta. Ma opere di bene.
Sarei stata li con te con piacere,adoro vedere cucinare. Sei stata molto fortunata a fare questa esperienza!
RispondiEliminaLicia ti sarebbe piaciuto un sacco! chissà che la prossima volta non ci si vada assieme?! :)
Elimina:)
RispondiEliminacriptica.
EliminaVale cara, sacrosante parole. Posso aggiungere un paio di considerazioni? Posso? Sì. Posso.
RispondiEliminaGli chef hanno prima di tutto la TECNICA perchè senza governare la materia e conoscerne la chimica non si va da nessuna parte. Loro sono bravi perchè hanno STUDIATO. Poi arriva la creatività, che ci può essere solo quando conosci la tecnica altrimenti ti viene una m***a (o quasi) tutto quello che pensi (e io ne so qualcosa visti i miei esperimenti). Per quanto riguarda le cene: è la mia filosofia da anni, quella del meglio poco ma ottimo (cene, viaggi, arredamento,...). Quindi sono felice di aver trovato una 'nuova' compagna di riflessioni :-)
daiiii, ti aspetto per 'sto benedetto caffè (o cena stellata?). Un abbraccio
certo! anche se penso più che altro che sia proprio questione di genialità.
Eliminaaltrimenti "ogni bravo studente dell'alberghiera sarebbe uno chef stellato" cit. ;)
io in generale però, più che il poco ma ottimo, cerco qualcosa di nuovo che non sarei in grado di replicare.
discorso che però non applico a viaggi ed arredi dove per i primi preferisco viaggiare in classe economica ma spesso, dato che in fondo mi basta andar via e vedere posti nuovi, mentre per i secondi mi basta siano funzionali e belli ai miei occhi. cambio gusti e idee talmente spesso che non me la sento ancora di fare investimenti a lungo termine ;)
un abbraccio anche a te!
Un post bellissimo e illuminante, sante parole le tue;
RispondiEliminaè vero che in giro c'è la cheffite, tutti che sanno cucinare e che dispensano consigli e che si sentono grandissimi cuochi; chi ha un pò d'umiltà sa che non è così, perchè se una ricetta seguita è ben riuscita con qualche modifica,è la creatività abbinata alla conoscenza di poter mescolare o unire ingredienti tra loro che crea uno chef..ma questo è il mio pensiero.
Sono sempre stata un'appassionata del "se devo spendere 30 euro per una pizza me la faccio io", mi piace mangiare e sperimentare posti diversi con raffinatezze e accostamenti diversi,quindi ti capisco appieno.
Detto ciò...il chicco separato dal chicco del risotto si ottinere aggiungendo poco brodo alla volta...ho capito bene?
Dai, svela l'arcano anche a me!
Un bacione!!!
eccola qui! esatto!!
Eliminae poi a maggior ragione ora che uso il lievito madre e la pizza mi viene una bomba.... ;))
per il risotto, più che separati, a me i chicchi a volte non rimanevano compatti ma si aprivano come se scoppiassero.
ed ora non succede più!!!!!
E che te lo dico a fare che condivido dall'inizio alla fine?! Solo IP sa il livello di esaltazione che posso provare davanti ad un bravo chef o dinnanzi ad una cena stellata.
RispondiEliminaNoi abbiamo rinunciato da tempo alle uscite "tanto per fare", ma questa storia ha un risvolto della medaglia che si chiama socialità. Naturalmente non tutti gli amici comprendono quella che per loro è una forma di "fanatismo" e quindi, se vogliamo tenerci qualche amico, ogni tanto ci tocca spendere i famosi 30 euro per una pessima pizza.
ps: lo scorso weekend siamo stati nel Ragusano che (oltre ad essere un ottimo formaggio) è una zona della Sicilia ad alta concentrazione di stelle. Magari ti mando qualche foto con didascalia... così se mai verrai da queste parti, saprai quali stelle cercare ;-)
ahahah hai ragione, il rischio è passare per fanatici :D
Eliminaperò ti dirò, il "problema" delle cene fuori in compagnia alla fine spesso lo risolvo coi ristoranti etnici.
qui ce ne sono di ottimi, i sapori sono particolari e i prezzi buoni.
direi che a volte può essere un ottimo compromesso per mettere d'accordo tutti e per uscire un po' più spesso :)
PS ok per le foto ma, secondo te, se vengo lì in sicilia non ti avviso????? :)
"Quando dico che ti amo, credi ammè...è la pura sacrosanta verità..popopopò..." No, tu non te la puoi ricordare questa canzone di Tony Renis, sei troppo guagliuncella. Eppure quando scrivi tiri fuori una saggezza pazzesca, pensieri gagliardi che vorrei riportare sul mio diario per ricordarmeli ogni giorno. Ho avuto la fortuna di frequentare ristoranti di chef stellati dotati di un umiltà che mi ha annichilito....forse sta proprio lì la grandezza: in questo meraviglioso dono che loro desiderano condividere e lo fanno con una gioia da non credere. Però poi ci sono le prime donne e quelle mi stanno sui maroni! Ma quella è un'altra storia.
RispondiEliminaPost magnifico, come sei tu insomma.
Pat
hahaha no, non la conosco. sicura non sia un coro da stadio?
Eliminacomunque non sopravvalutarmi, sembro saggia ma è solo che fingo bene ;))
grazie ed un bacione immenso
Ma un bel rifugio vista Grigna, una bella compagnia, un buon piatto di pizzoccheri preparato alla buona dal gestore con il formaggio del suo alpeggio, un bicchiere di vino o anche due e poi una bella cantata........o no?
RispondiEliminacaspita! certo che sì!
Eliminaquella è "alta" cucina in tutti i sensi!