giovedì 5 aprile 2012

Matcha Sushi


Ingredienti per 16 maki:
200 gr di riso per sushi
240 gr di latte intero
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di mascarpone
una noce di burro
un cucchiaino raso di polvere di matcha
mezzo vasetto di Nocciolata Rigoni di Asiago
una decina di nocciole

Io sono entrata nel mondo dei foodblogger troppo tardi per poter seguire le mode giuste al momento giusto. E' stato un po' come accodarsi quando ormai il trenino è lunghissimo e TU rimani fuori dalla porta. Peppepepepepè.
Non ho fatto in tempo a macaronizzare i macarons quando tutti ne assemblavano e postavano a manetta, a cakepoppizzare i cake pops, a cupcakare i cupcake, a marshmalloware l'mmf, a matchizzare il matcha, a whoopare i whoopie, a eccettizzare l'eccetera.
Anche se, ora che ci penso bene, posso definirmi invece una foodie alternativa, che fa più figo. E più che altro, ora che nessuno pubblica più cose col matcha perchè le reputa superate, IO invece posso farlo con nonchalance e un filo di snobbismo!
(Soprattutto perchè dopo essermi svenata per 30gr di polvere di matcha biologica, che dato il prezzo mi auguro il tè verde da cui proviene sia stato raccolta a mano foglia per foglia dai discenenti di Hello Kitty in persona con delle bacchette cinesi in bilico su un precipizio della cima monte Fuji e tritato da un samurai con una katana d'oro, ora sono obbligata moralmente a propinarvi all'infinito tutto ciò sia anche solo lontanamente matchizzabile. Dovrò pure ammortizzarlo, no?! Perdindirindina).
Per fare questi matcha sushi mettete il riso in una ciotola e sciacquatelo quattro o cinque volte per eliminare parte dell'amido. Scolatelo e mettetelo in un pentolino con il latte e 2 cucchiai di zucchero, coprite, portate a bollore e fate cuocere a fuoco minimo per circa 20 minuti fino a completo assorbimento del liquido. Fate riposare 10 minuti a fuoco spento e pentola coperta, poi spargete il riso su una teglia per farlo raffreddare. Prendete ora lo stuoino in bambù per il sushi (o in alternativa un foglio di carta da forno), stendete metà del riso in un rettangolo di circa 20 x 10 cm, schiacciatelo bene con le mani bagnate e stendeteci un velo di burro morbido aiutandovi con una spatola (servirà per non far penetrare la crema). Fate riposare in frigo per almeno mezz'ora e intanto preparate il ripieno mescolando il mascarpone con gli altri due cucchiai di zucchero e la polvere di matcha. Riprendete il rettangolo di riso, stendete uno strato sottile di Nocciolata Rigoni e adagiate una striscia di ripieno a circa un terzo della larghezza del rettangolo. Aiutandovi con la stuoietta arrotolate il riso come un involtino e compattatelo per bene. Preparate un rotolo identico con l'altra metà degli ingredienti e fateli indurire in frigo per almeno un'ora. Riprendete i salsicciotti, cospargeteli con le nocciole tritate e tagliate ognuno in 8 parti bagnando il coltello prima di ogni taglio. Conservate in frigo coperti da pellicola.
Con questa ricetta partecipo al contest "Un dolcissimo piatto esotico" della Rigoni di Asiago.

lunedì 2 aprile 2012

Baklava


Ingredienti per una baklava di circa 15X20 cm:
250 gr di pasta fillo (7/8 fogli)
150 gr di burro
70 gr di pistacchi
70 gr di noci
70 g di mandorle
70 gr di nocciole
mezzo bicchiere d'acqua
200 gr di miele
100 gr di zucchero
buccia di un arancia
buccia di un limone
cannella

Cos'è la baklava? No, non è cugina della pavlova ma un dolce tipico dei paesi mediorientali che ormai si trova anche qui in ogni kebab che si rispetti. Nel negozio intendo, non nel panino stesso, anche se non mi stupirei dato che a volte si fa un po' fatica a distinguere cosa ci sia dentro. Che poi il kebab come abbinamento di sapori è fantastico, ma quel quasi-cilindro geometricamente perfetto di carne mi fa davvero un po' senso e mi fa venire qualche dubbio quasi quanto trovare le polpette in mensa o al ristorante. E in effetti uno dei miei dieci comandamenti è: non-mangiare-mai-polpette-d'altri-a-meno-che-non-ti-trovi-da-tua-mamma-o-all'ikea-che-tanto-al-massimo-i-trucioli-sono-naturali-anche-se-la-colla-lo-è-un-po'-meno. Per gli altri nove invece devo andare a spolverare le tavole, che non me li ricordo.
Tornando alla baklava, io e lei ci siamo incontrate diverse volte in croazia ed è stata simpatia a prima vista. Appena subito dopo essere riuscita a scollarmela di dosso, appiccosa com'è.
E quindi quando finalmente ho trovato la pasta fillo biologica ho provato a rifarla, con un risultato niente male.
Prendete i fogli di pasta fillo, tagliateli a metà a misura della teglia, fondete il burro in un pentolino, tritate tutta insieme la frutta secca, aggiungeteci cannella e bucce grattugiate ed iniziate a preparare la lasagna. Stendete nella teglia un foglio di pasta, spennellate col burro, stendetene un altro, spennelate col burro, stendetene un altro, spennellate col burro (no, non sono entrata in loop), spargete un po' di trito e riniziate con la pasta: stendete un foglio e spennellate col burro, stendetene un altro e spennellate col burro, stendetene un altro e spennellate col burro, spargete un po' di trito e riniziate con la pasta: stendete un foglio e spennellate col burro (non vi sembra di essere in quel film di Albanese "E' già ieri"?) stendetene un altro, spennelate col burro, stendetene un altro, spennellate col burro...sì oh ma quanti ne avete???
Ora prendete un coltello affilatissimo, affondatelo nella teglia e tagliate la baklava a rombi grandi quanto quello in foto (dopo cotta non si riesce più) e infilate in forno a 180° per circa 40 minuti fino a doratura.
Preparate nel mentre lo sciroppo facendo bollire miele, acqua e zucchero fino a scioglimento completo e fate raffreddare.
Sfornate la baklava e versateci immediatamente lo sciroppo freddo.
Spargeteci il residuo di frutta secca e fate riposare per qualche ora fino ad assorbimento, meglio una notte intera.

venerdì 30 marzo 2012

Apple crumble pie


Ingredienti per 12 tortine o 1 crostata da 24 cm:

per la frolla:
250 gr di farina 0
125 gr di burro
1 uovo intero
125 gr di zucchero di canna
un pizzico di sale

per la crema:
250 ml di latte
2 tuorli
30 gr di farina
40 gr di zucchero

per il sopra:
2 mele
40 gr di mandorle
10 gr di armelline

Perfette per un branch, un lanch, un after diner, un eppi auar, un laungbar, un midafternun, un afterauar, una brecfast...ma una brecfast un par de zebre! Ma basta con tutte ste mode e sti termini menonissimi, ma piantiamola. Mentre Zanichelli le inserisce nel vocabolario 2012 Zingarelli si rivolta nella tomba. Ma poi, ma come han fatto a trovarsi questi due? Si sono scelti di proposito? No perchè io lozanichellidizingarelli tuttodiseguito faccio quasi fatica a dirlo. Anche se d'altronde faccio ancora fatica a dire plurale. Ma questa è un altra storia, d'altronde. E poi ci sono anche le parole che mi fanno ridere per il suono che hanno, tipo "dandole". Provate a ripeterlo più volte e ad ascoltarne il suono. Non fa ridere anche voi?!? No? Ok.
Aspettate un'attimo che cambio il font del post da caratterepredefinito a verdana e sistemo la formattazione che sennò mi disturba non avere il testo centrato, quasi quanto i quadri storti. Chissà perchè poi. In casa potrei avere tappeti di vestiti da lavare e castelli di piatti e posate usati ma starei bene. Ma un quadro storto no, quello proprio NO. Ma d'altronde nella vita ognuno ha le sue priorità. E le mie probabilmente sono sistemare quadri storti e scrivere minchiate.
Ok, eccomi. Dicevamo? No, dicevamo non fa ridere.
Ah no, parlavamo della eppolcrambolpai. Che non è nè quella di nonna papera (Ciiiiccioooooooooo!!), nè quella di American Pie. E per fortuna! Per chi ha visto il film. Gli altri usino un po' d'immaginazione, che tanto non è fondamentale.
Allora per la frolla stavolta, sempre per la serie minimosforzomassimaresa, sabbieremo prima la farina col burro e lo zucchero e il sale, poi capirete il perchè, non siate frettolosi (oppure se lo siete saltate le prossime due righe, ma anche tre).
Quindi appunto, sabbiateli (che vuol dire impastarli con la punta delle dita fino ad ottenere delle briciole) e tenetene da parte circa sei cucchiai che serviranno alla fine per il crambol. Aggiungeteci l'uovo, formate una bella palla liscia, schiacciatela, avvolgetela nella pellicola (per alimenti, non il super8) e mettetela in frigo per almeno mezz'ora.
Preparate intanto la crema pasticcera: sbattete i tuorli con lo zucchero fino ad avere un composto spumoso, aggiungete la farina, versate in un pentolino col latte quasi bollente, mescolate continuamente per qualche minuto fino a quando si addensa e spegnete.
Frullate le mandorle grossolanamente ed aggiungetele alle briciole di frolla.
Ora riprendete la frolla dal frigo, foderate teglia o tegliette, metteteci un cucchiaio di crema, qualche fettina di mela, coprite con le briciole e infornate a 180° sempre in forno caldo per almeno 20 minuti fino a doratura.

mercoledì 28 marzo 2012

Uova a sorpresa


Ingredienti per 6 uova:
400 gr di cioccolato al latte
250 gr di panna
6 gusci d'uovo

Quante volte da piccoli abbiamo immaginato e sperato di aprire un uovo di gallina e trovarci dentro un pulcino? E che magari sapesse anche ballare l'hully gully imparato direttamente dai watussi? Zecchino d'oro docet. Ecco, ora che siamo un po' più grandi e sappiamo benissimo che se anche fosse successo avremmo trovato un pulcino o sodo o shakerato, possiamo anche cambiare le nostre aspettative e sperare magari di trovarci al massimo del buon cioccolato. Che ovviamente ci va messo eh? Mi spiace deludervi, ma le galline pasquali che vendono ora in giro non faranno mai delle uova ripiene. Sappiatelo.
Per questa simpatica ricetta vi serviranno: 6 uova, 1 ago, qualcosa da usare come martelletto (no, non siete su paintyourlife e io non sono Barbara), 400 gr di cioccolato al latte e 250 gr di panna.
A meno che non abbiate delle uova abnormi è facile ve ne avanzi un po' ma va beh, tanto sparirà in fretta. Tenete poi conto che le proporzioni sono per il cioccolato al latte o bianco, se volete usare il fondente fate pure 350 gr di cioccolato e 300 gr di panna, che sennò vi viene un mattoncino.
Ovviamente questa base è personalizzabile ed assemblabile con altre cose quanto il lego per cui potete aggiungerci liquori vari, caffè, frutta secca, pezzi di torrone, caramello e tutto quello che vi viene in mente (no, la peperonata avanzata no).
Il procedimento poi è semplice: prendete un uovo, fateci un forellino con l'ago da una parte e più forellini dall'altra. Togliete un cm circa di guscio dal secondo lato e soffiate dal foro opposto per svuotarlo (o aspirate se volete una botta energetica e magari fate seguire un chupito di marsala).
Lavate bene l'interno e mettete ad asciugare all'aria.
Per la ganache tagliate a pezzettini o grattugiate il cioccolato e versateci sopra la panna bollente. Aspettate un paio di minuti e mescolate delicatamente. Versate nei gusci e fate raffreddare.
Belissimissima è anche l'idea di regalarle, magari rimettendole nella loro confezione originale e sostituendo il cartoncino con una striscia colorata a tema. Mammamia, ma quante ne so??!!

lunedì 26 marzo 2012

Il destino dei soba


Ingredienti per 4 persone:
una grossa patata
200 gr di formaggio casera
360 gr di soba
una manciata di erbette o spinaci
uno spicchio d'aglio
una noce di burro
un po' d'olio
un po' di parmigiano
qualche foglia di salvia
sale e pepe qubi

..è quello di essere trattati da pizzoccheri. Non è colpa loro poverini, è solo che l'abbinamento granosaraceno-formaggio è inevitabile e per me è proprio qualcosa di innato.
E c'è da dire poi che mettendo "soba" in google immagini per avere qualche spunto per una ricetta diversa non è che si trovino proprio delle cose invitanti...più che brodo e verdure non salta fuori.
E quindi niente, alla fine ho preso e cucinato alla pseudo-valtellinese i miei bei Organic Soba autentici giapponesi. Trovati in un negozio cinese. A Milano. E prodotti in Australia.
Alla faccia del km 0. E poi che non si dica io non faccia girare l'economia. O è l'economia che gira con me? Va beh diciamo che facciamo un girotondo.
Per la salsa di patate e formaggio prendete una grossa patata o due medie o tre piccole, tagliatela a cubettini e mettetela in un pentolino, coprite d'acqua a filo, aggiungete un pizzico di sale e fate bollire per circa 15 min fino a quando si spappolerà tutto.
Togliete dal fuoco, aggiungete il casera tagliato a cubetti, regolate di sale e pepe e frullate fino ad ottenere una salsa densa. In una pentola alta di acqua salata che bolle o di acqua bollente salata buttate le erbette e i soba e cuocete al dente. Fate soffriggere in una padella con burro e olio lo spicchio d'aglio schiacciato e saltateci i soba+erbette per un paio di minuti.
Impiattate mettendo qualche cucchiaio di salsa di patate a specchio, poi i soba e poi una bella spolverata di parmigiano e pepe nero. Finite rapidamente a grosse cucchiaiate la salsa avanzata di patateeformaggio mentre nessuno vi vede e servite.

venerdì 23 marzo 2012

Portafogli di salmone e verdure


Ingredienti per 4:
250 gr di sfoglia
4 tranci di salmone
1 carota
1/2 costa di sedano
1/2 cipolla
1 tuorlo d'uovo per spennellare
semi di senape
sale e pepe qubi

Comprare il salmone va un po' contro i miei principi, basta fare una ricerca in rete per capire che sarebbe meglio evitare di farlo.
E' un pesce che ormai si trova sempre e comunque, dovunque, ovunque e quantunque e ovviamente gli stock di quello selvaggio stanno finendo, cosa d'altronde prevedibile.
Io me li immagino gli ultimi salmoni rimasti che escono con occhialoni da sole, cappello, impermeabile e parrucca bionda per non farsi riconoscere sopraffatti dall'istinto di sopravvivenza.
Mi scusi, lei è un Salmo-Salar? - No, sono Raffaella Carrà. - Carramba!!!. Oppure che si mettono la tutina in lattice con gli spuntoni per sembrare un pesce palla o che stanno a pane ed acqua (tipiacevincerefacile) per mesi per assomigliare ad una sogliola. O che si fanno le righe bianche ed arancioni con la vernice per sembrare un pesce pagliaccio. Oppure cheeeee...Ok, la smetto.
L'altra categoria da evitare di acquistare è il salmone da allevamento intensivo. Avete presente i pendolari su un treno in orario di punta? Ecco, immaginateli chiusi lì dentro per ore senza un wc, aggiungeteci uno scagazzamento collettivo per squaraus e poi provate ad immaginare i sedili (oltre ai sederi). Ecco, ora potete avere solo una lontana idea di come possono essere il fondale e l'acqua nelle zone di allevamento (ma di problemi ce ne sono anche altri eh?!).
Okokokok poi però c'è da dire che il salmone è buonissimo, è semplice e veloce da cucinare e in effetti mi piace proprio un casino. Per me è un po' come i biscotti "mangiami" per Alice, o la mela per Biancaneve, o la bella addormentata per il principe, o i setti capretti per il lupo...vabbè avete capito.
Per cui insomma, non dico di non comprarlo più assolutamente, ma forse come in tutte le cose ci vuole solo la giusta dose di razionalità; io personalmente fin quando ero beatamente ingenua lo compravo spesso, ma dacchè mi sono informata cerco di limitare i miei consumi a quelle 3/4 volte l'anno in cui proprio non riesco a resistere.
E questa è stata una di quelle volte (soprattuto perchè non l'ho comprato io ma me lo sono trovato in casa).
Ok, dopo questa opera di proselitismo ora vi racconto la ricetta: prendete la pasta sfoglia e tagliatela in quattro; adagiateci sopra ognuna un filetto di salmone a vostra misura, le vostre belle verdurine tagliate a julienne, condite con sale e pepe, chiudete a portafoglio, fate dei taglietti trasversali, spennellate col tuorlo sbattuto, cospargete coi semini di senape e infilate in forno caldo per 25 minuti a 180°.

mercoledì 21 marzo 2012

Brezel


Ingredienti per 8 brezel:
600 gr di farina 0
200 gr di farina integrale
300 ml di latte
250 ml di acqua
5 cucchiai d'olio
un cucchiaio di sale fine
un tuorlo per spennellare
sale grosso

Carlo, Carlo, vorrei ti chiamassi Carlo...
Oddio, stamattina ho sentito questa canzone alla radio e mi è entrata nel cervello. Ormai oggi è andato, lo so. Continuerò a cantarla in loop senza riuscire a smettere. Sopprimetemi.
Ma poi, perchè proprio Carlo e non, chessò, Brunantoniomariaconcetta?
Non ci sarebbe stato bene? Brunantoniomariaconcetta, vorrei ti chiamassi Brunantoniomariaconcetta...Ma invece no, pazienza.
I brezel o brezeln o prezeln o brelzn o comediavolovolete sono un pane tipico tedesco. La base è sempre la solita inflazionata pasta da pizza, con qualche aggiunta chimica.
Mi sono documentata e ho trovato diverse ricette nel web, Carlocarlovorreitichiamassicarlo, ma nelle più gettonate i brezel prima di essere cotti vengono immersi in una soluzione di acqua e soda caustica che, non so voi, ma io al massimo la userei per sturare il lavandino (ma li immergeranno appunto per farli diventare digestivi tipo il brioschi?).
Ovviamente ho evitato questo passaggio ed ho optato per cuocerli normalmente come una pagnotta.
Ok, magari non avranno esattamente lo stesso sapore degli originali, ma almeno non mi sento paragonata ad uno scarico.
Carlocarlovorreitichiamassicarlo.
Iniziamo a preparare l'impasto: riattivate il lievito di birra se lo usate secco come faccio io, mescolatelo con la farina, aggiungete l'acqua, il latte, il sale, l'olio e impastate fino ad avere un composto molliccio. Fate lievitare per un paio d'ore, reimpastate e di nuovo e mettete a lievitare per un'oretta. Ora staccate dei pezzettini d'impasto, allungateli con le mani fino a circa 60 cm tipo a fare un filoncino per i gnocchi, incrociate le estremità ed appiccicatele ai bordi.
Fate bollire una pentola d'acqua con 3 cucchiai di bicarbonato e cuoceteci per una decina di secondi un brezel alla volta. E' facile, si rassoda, torna a galla da solo e si tira su bene con un mestolo forato.
CarloCarlovorreitichiamassiCarlo. Adagiateli su di una teglia con carta da forno, spennellate con il tuorlo d'uovo sbattuto, cospargete di sale grosso (io ho usato quello affumicato) e cuocete in forno caldo a 180° per circa 20 minuti fino a doratura.
CarloCarlovorreitichiamassiCarlo.