mercoledì 25 settembre 2013

Lettera a QUELLI DEL SABATO



Cari ragazzi,
ho pensato tanto a quello che avrei dovuto scrivere perché il timore di non riuscire ad esprimere a parole quello che ho vissuto era parecchio.

Domenica scorsa (un po' scorsa..) ho avuto la possibilità di incontrarvi e l'emozione e la commozione son state tante.
Anche se, se devo essere onesta, in realtà avevo iniziato già a commuovermi quando ho ricevuto il vostro invito, ho studiato il vostro sito, ho letto la vostra storia e ho visto le vostre foto.

E ok che di solito io sono quella-che-non-fa-testo-perché-piange-pure-con-la-pubblicità (e non solo quando fa pena), ma l'aver potuto infilare la testa un momento, come si fa nei migliori acquari, in quello che è un mondo bello, è stato davvero toccante e non ha fatto altro che alimentare la lacrimuccia.

(E sì, lo so cosa state pensando voi lettori. Che queste non sono frasi da me, che sono talmente sdolcinate da sembrare una presa per in fondelli e blablabla. E invece è tutto vero. Giuro. È che io a volte sembro una bbbestia. Ma in realtà ho un cuore di formaggio.)

Tornando a noialtri, ma più a voialtri, ci terrei a ringraziarvi pubblicamente.

Grazie per i per i vostri sforzi e per il vostro impegno.
Perché nonostante anche voi, come tutti noi, abbiate un lavoro da lavorare, una famiglia da curare, la spesa da fare, i pasti da preparare, i piatti da lavare, le camicie da stirare, le piante da innaffiare (e potrei anche andare avanti all'infinito ma anche no) a differenza nostra voi fate anche questo.

Grazie per farci da esempio.
Un po' meno per far sentire noi delle merde.

Grazie perché non vi fate spaventare dal diverso. E perché ci insegnate che non c'è nessun motivo per il quale il diverso dovrebbe far paura.

Grazie perché non fate finta che siamo tutti uguali.
Perché sapete riconoscere e valorizzare le differenze. E perché sapete anche scherzarci su.
Perché l'ironia, quando è fatta con l'altro e non sull'altro, è essa stessa accettazione e integrazione.

Grazie per farci riflettere sul fatto che in fondo ognuno di noi, a modo suo, ha dei limiti e delle anormalità. E che non è mica detto che solo perché se non si vedono dal di fuori non esistono.

Grazie perché considerate il prossimo sulla base di quello che sa fare e non sulla base di quello che non sa fare.

Grazie per non esservi arresi davanti alle difficoltà. E per aver creduto in quello che stavate facendo.

Grazie per avermi invitato.

Grazie per avermi intervistato.
E grazie per non avermi fatto vedere l'intervista.

Grazie per le vostre risate.
E anche per il vostro riso.

Grazie per l'ottimo aperitivo, l'ottimo pranzo e l'eccellente servizio.

Grazie per gli allestimenti e per le grafiche fantastiche.
Perché ho visto non solo qualcosa di buono e bello ma anche qualcosa di bellissimo.

Grazie per avermi fatto capire che in fondo a volte le persone che sembrano anormali sono più normali di quelle che tanto normali si credono.



E infine potrei concludere con:
ma soprattutto grazie di cuore per aver reso migliore il mondo in cui vivo.

Ma dato che non voglio far vomitare nessuno concluderò invece con il sempre trendy:
ma soprattutto Grazia, Graziella e grazie al..........



Tutte le info dell'associazione qui:
QUELLI DEL SABATO
Associazione di volontariato a favore di ragazzi diversamente abili

Mentre qui quelle del progetto:
FATTI UNA RISATA







lunedì 12 agosto 2013

Chips di mais bianco e paté di baccalà per MY SECRET DINNER


Ingredienti per 4 persone:

400 gr di baccalà pronto da cuocere
la buccia grattugiata di due limoni
mezzo bicchierino di grappa
1 patata media bollita
50 gr di burro
olio extravergine
pepe rosa

500 ml di acqua
110 gr di farina di mais bianco
un pizzico di sale

Immagina una fresca sera d'estate.
Immagina una bellissima piazza, un bellissimo prato o un bellissimo cortile.
Immagina molta gente vestita di bianco e rosso.

E no, non c'entrano né Verdone né gli ultras né i Giapponesi.

Immaginali arrivare alla stessa ora e nello stesso luogo in modo elegante ed educato.
Immaginali portare un cestino di vimini pieno di prelibatezze preparate con amore.
Immaginali portare con nonchalance un tavolo e delle sedie.
E delle candide tovaglie. E delle stoviglie in porcellana. E dei bicchieri di cristallo. E delle posate d'argento. E un cestello per il ghiaccio. E magari pure un candelabro a braccia.
Immaginali mentre si sistemano con ordine e con cura e allestiscono il proprio posto tavola.
Immaginali tutti seduti insieme.
Immaginali mentre cenano, chiacchierano, ridono, si divertono.

Immagina di poter essere lì anche tu e partecipare, a gratis, solamente mandando una mail.
Immagina. Puoi.

Ti ho messo una curiosità scimmiesca e non vedi l'ora di sapere dove si terrà il primo pic-nic in città?? Allora vola sul sito dell'evento.

Hai un foodblog e hai in mente una ricetta che potrebbe essere perfetta per questo evento?
Allora guarda anche il sito della Sarah, perchè c'è un contest perfetto per te.

Vuoi invece uno spunto per una ricetta facile, buona, locale, che si può preparare in anticipo e trasportabile?
Allora rimani qui e continua a leggere.

Per le chips di mais bianco prepara la polenta come da istruzioni (io mischio acqua farina e sale e faccio cuocere per 90 minuti. Ok, non è prettamente estiva ma tanto la dovrai fare a Settembre quando sicuramente farà un gran fresco).
Versala poi su di un foglio di carta da forno, coprila con un altro foglio e stendila a circa 1 mm di spessore.
Falla raffreddare. Leva il foglio superiore e taglia la sfoglia di polenta a triangoli o rettangoli o rombi o cerchi.
Trasferisci la polenta incisa con il suo foglio di carta ancora attaccato su di una teglia e mettila in forno a 200° per circa 20 minuti fino a quando asciugherà e si formeranno le chips.
Falle raffreddare, dividile e conservale in un sacchetto di carta.
Per il patè metti il baccalà in una pentola piena di acqua fredda con qualche foglia di alloro e qualche grano di pepe. Porta a ebollizione e fai cuocere per 10 minuti.
Fai raffreddare, spella e spina il pesce e frullalo insieme agli altri ingredienti fino ad ottenere una sorta di spuma.
Trasferisci in un vasetto e conserva in frigo fino a quando non dovrai uscire di casa per la MY SECRET DINNER. 







mercoledì 31 luglio 2013

Un ingrediente per due: la zucchina


Io con le zucchine ho un po' un rapporto di amore-odio.
Tendenzialmente mi piacciono, ma quando capita che son troppo profumate, di quel profumo che mi ricorda i fiori del cimitero ecco, lì faccio fatica a mangiarle, che mi pare di stare in una camera ardente e non è mica tanto bello.
E non ho ancora capito se dipende dalla freschezza, dalla cottura o dalla varietà ma, nel dubbio, quando mi pare odorino troppo, le mischio ad altro.
E poi c'avevo in mente da un po' sta cosa della catalogazione mentale di frutta e verdura, che a me sta differenza non mi è mica molto chiara.
Tipo: il pomodoro è un frutto ma è considerata una verdura perché non è dolce. La patata dolce però è comunque considerata una verdura. Il melone si mangia col prosciutto, così come i fichi. Con le carote ci si fa una torta e le melanzane si fanno col cioccolato. E l'ananas si mangia coi gamberetti.
E allora scusa, perché non usare le zucchine per una torta dolce??!

E così mi è sembrato di aver avuto un'idea innovativa e geniale. 
Finché poi non ho aperto Google e ne ho trovate milioni uguali alla mia.
Ma io, ovviamente, ho provato lo stesso.
Un paio di volte. 
Al primo tentativo ho fatto una specie di quattro quarti a caso.
Tipo: per teglia da 20 cm ho usato 200 gr di farina, 2 uova, 200 gr di zucchine, 100 gr di zucchero e 100 gr d'olio di semi e ovviamente un paio di cucchiaini di lievito. E l'ho cotta a 180° statico per circa 40 min.
Buona e soffice. Ma le zucchine non si sentivano per niente.
Anche se forse in realtà era colpa della farina di avena mischiata con quella di castagne. 
E con quella di segale. E con l'integrale. E con quella di riso. E anche con un po' di quella di quinoa. 
O forse era colpa dello zucchero di canna scuro.
Anche se forse invece eran proprio le zucchine a non sapere di un cazzo.

E così ho riprovato.
Con la ricetta che riporto sotto.
Con meno farina, meno uova, meno grassi e meno zucchero.
E anche se di solito a far le cose light vien fuori una merda, è invece venuta fuori una cosa un po' strana ma buona. Un po' umida, gommosetta, ma piacevole.
Che vagamente ricorda la torta magica, quella che va di moda ora nel web, che viene tipo tre strati con uno più cotto, uno che sembra un budino denso e uno che sembra un pandispagna. 
Che peraltro è identica alle torte che venivano di merda a mia mamma quando non le lievitavano a dovere o non le si cuocevano bene e smontavano appena tirate fuori dal forno rimanendo gnucche. 
E lei mica lo faceva volutamente. 
Pensate che invece ora c'è gente che le fa sbagliate apposta.

"La zucchina è quell'affare più o meno verde, più o meno lungo, più o meno tondo e più o meno costoluto, che appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, ovvero la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni e delle angurie.

Orginaria del Sud America, la sua pianta non ha fusto legnoso ma foglie verdi un po' pelose e molto grandi.
La parte che si mangia è la bacca, che viene raccolta e consumata quando ancora acerba. E che altrimenti, se lasciata sulla pianta troppo tempo, diventa grossa, giallastra, piena di semi e fa schifo.
I suoi fiori invece, che ovviamente si mangiano pure quelli, sono o maschili, più grandi e con solo un peduncolo lungo, o femminili, più piccini e con una zucchina attaccata.
Come noi insomma.

Il periodo giusto per consumare le zucchine, manco a dirlo, è la tarda primavera-estate.
Anche perchè sennò avremmo fatto un altra scheda.
Ovviamente si possono comprare tutto l'anno, ma negli altri mesi lasciatele pure sui banchi che tanto son coltivate in serra e non sanno di niente.

Quando però le acquistate prediligete quelle più piccole e sode, che saranno le più saporite e fresche.
Conservatele in frigorifero e cercate di consumarle in fretta, dato che già dopo 3/4 giorni inzieranno a diventare mollicce, amare e spugnose.

E perchè abbiamo scelto questo ortaggio?
Perchè è di stagione, è delicato, è versatile, costa poco, si trova ovunque, si può mangiare cotto ma pure crudo, si può far lesso, saltato, fritto, al forno, in umido, al vapore, ha poche calorie, molte vitamine e tanta acqua.
Ma soprattutto, perchè in sto periodo ne abbiamo un casino nell'orto."

Ecco qui la mia ricetta e qui invece quella della Serena.

Ingredienti per una torta da 20 cm di diametro:

300 gr di zucchine
2 uova
120 gr di zucchero
200 gr di farina 0
mezza bustina di lievito 
50 gr di olio di semi (io ho usato quello di mais)

Prendete le zucchine. Vanno bene quelle meno buone, quelle acquose, quelle coi semi, quelle che vi siete dimenticati sulla pianta, quelle tonde che non avete voglia di riempire, quelle più vecchiotte.
Ecco, prendetele e tagliatele a tocchi grossi e mettetele nel blender con il resto degli ingredienti (Dio, ma perché usavo l'impastatrice e non il frullatore per gli impasti morbidi??? A far le torte ci si mette 4 secondi!!). Imburrate e inzuccherate abbondantemente la teglia lasciando lo zucchero in avanzo sul fondo, che poi caramellerà un po' in cottura ed è più buono.
Versateci la sbobba e cuocete a 150° statico per circa 50 minuti, fino a che la superficie non sarà dorata.
Fate raffreddare e poi assaggiate.