lunedì 30 settembre 2013

Un ingrediente per due: il fico


La gente narra che io non mi ricordi mai una mazza e che quel poco che ricordo sia sempre legato al cibo.
Del tipo che non saprò mai dirvi dov'era quella piazzetta meravigliosa con quella chiesetta fantastica a picco sul mare ma saprò darvi le coordinate esatte di quel ristorantino in Alsazia dove mi ammazzai di raclette tirandone giù a cazzuolate come se non ci fosse un domani.
Ma queste sono solamente calunnie.
Perché infatti io in realtà non saprei dirvi nemmeno questo.
Alcune delle cose che invece mi son rimaste in mente forse a volte tendo ad ingigantirle col tempo.
Tipo che io sono assolutamente convinta che ogni lungo viaggio in auto affrontato in infanzia con la mia famiglia sia sempre stato corredato da una serie di soste in autogrill per l'acquisto di Grisbì e Figolù e che questo quindi giustifichi, per motivi puramente scaramantici, una perpetuazione della tradizione.
In realtà, a quanto pare, la cosa sembra sia successa al massimo solo un paio di volte e pertanto la gente insinua io ad oggi voglia semplicemente far la furbona.
Ulteriori calunnie.

Ma in memoria (mia) dei vecchi tempi e in onore a quel genio del male che ha chiamato dei biscotti al fico Figolù, questo mese i biscotti al fico me li sono fatta da me. A modo mio. E li chiamerò Figolà.
E dato che guarda caso siamo pure in settembre e casualmente l'ingrediente del mese è pure il fico, ecco qui la relativa scheda redatta da Comandante Amigo:

"Bè, a me sembrava ovvio, ma ci sono stati alcuni tentennamenti sulla decisione di chi avrebbe dovuto fare la scheda del Fico…
Il Fico nasce sul finire degli anni settanta in una giornata invernale in una città di mare e andrà a sostituire l’immagine dell’uomo frichettone figlio dei fiori che tanto piaceva dopo woodstock e quella del paninaro in voga a metà anni ‘80. Inizialmente biondo e con gli occhi azzurri, il Fico poteva confondersi facilmente negli anni ’80 con altri frutti immaturi poco appetibili del nord europa, ma, col passare degli anni, la maturazione del Fico ha portato ad avere a partire dalla metà degli anni ‘90 un soggetto molto appetibile col capello lungo (meno biondo) e l’occhio azzurro (sempre). Poi, sul finire degli stessi anni ‘90 il Fico ha modificato il suo aspetto esteriore, che poi è anche quello corrente che potete ancora (J) verificare di persona tutt’oggi: un Fico a piena maturità, glabro e con l’occhio azzurro (sempre)!
Ma forse voi volevate sapere qualcosa in più riguardo un’altra varietà di fico vero?
Bene, cercate della Raffaella? Potete chiedere a Cristiano Ronaldo o Mario Balotelli.
Invece cercate di Roberto? Potete allora chiedere a Beppe Grillo;
Invece vi interessa il Ficus Carica? Quella pianta di difficile distinzione botanica fra la pianta maschio fico e la pianta femmina nonsipuòdire? Quella pianta, il maschio, che produce frutti non commestibili e la femmina che produce:
·         i fioroni, che si formano da gemme dell'autunno precedente e maturano alla fine della primavera o all'inizio dell'estate;
·         i fichi, o forniti, o pedagnuoli che si formano da gemme in primavera e maturano alla fine dell'estate dello stesso anno;
·         i cimaruoli derivanti da gemme sommitali prodotte nell'estate la cui maturazione avviene nel tardo autunno laddove l'estate è molto lunga ed il clima particolarmente caldo e che comunque potrebbe spesso essere incompleta o insoddisfacente.
Bene, allora se è questa la varietà di fico che cercate, potete trovarvi da soli le notizie su wikipedia o su un qualsiasi manuale di botanica o di giardinaggio e lasciare il Fico a disposizione della sua amata foodblogger!

Aloa!"

Ecco poi qui la mia ricetta e qui invece quella della Serena.

Ingredienti per circa 20/25 biscotti ai fichi e rosmarino:


230 g di farina 00
20 g di farina di castagne
150 g di burro morbido
100 g di zucchero
40 g di tuorli
qualche ago di rosmarino
un pizzico di sale
300 g circa di fichi
un cucchiaio di zucchero di canna
un cucchiaio di miele

Per preparate questi biscotti fate una solita noiosa pasta frolla come vi ha insegnato la cognata.
Mischiate il burro molliccio con i tuorli e lo zucchero fino ad ottenere un pastone omogeneo. Aggiungete il rosmarino frullato finemente con lo zucchero, che se prima non ve lo avevo detto di farlo ve lo dico adesso, le farine e un pizzico abbondante di sale.
Lavorate velocemente il tutto fino ad ottenere una palla, schiacciatela un po' in modo si raffreddi prima ed avvolgetela nella pellicola. Fatela riposare in frigo per almeno mezz'ora.
In una padella antiaderente fate andare a fuoco alto i fichi tagliati a metà con lo zucchero di canna e il miele fino a quando saranno spappolati, asciutti e un po' caramellati.
Fateli raffreddare e nel mentre riprendete la frolla. Stendetela a rettangolo all'altezza di un paio di millimetri e tagliate delle strisce larghe circa tre centimetri e lunghe quanto volete.
Distribuite per il lungo di una striscia la composta di fichi e coprite con una seconda. Sigillate bene e cuocete in forno caldo ventilato a 180° per circa 10/15 minuti fino a quando inizieranno a dorarsi i bordi.
Sfornate, fate intiepidire e tagliate a fette.

mercoledì 25 settembre 2013

Lettera a QUELLI DEL SABATO



Cari ragazzi,
ho pensato tanto a quello che avrei dovuto scrivere perché il timore di non riuscire ad esprimere a parole quello che ho vissuto era parecchio.

Domenica scorsa (un po' scorsa..) ho avuto la possibilità di incontrarvi e l'emozione e la commozione son state tante.
Anche se, se devo essere onesta, in realtà avevo iniziato già a commuovermi quando ho ricevuto il vostro invito, ho studiato il vostro sito, ho letto la vostra storia e ho visto le vostre foto.

E ok che di solito io sono quella-che-non-fa-testo-perché-piange-pure-con-la-pubblicità (e non solo quando fa pena), ma l'aver potuto infilare la testa un momento, come si fa nei migliori acquari, in quello che è un mondo bello, è stato davvero toccante e non ha fatto altro che alimentare la lacrimuccia.

(E sì, lo so cosa state pensando voi lettori. Che queste non sono frasi da me, che sono talmente sdolcinate da sembrare una presa per in fondelli e blablabla. E invece è tutto vero. Giuro. È che io a volte sembro una bbbestia. Ma in realtà ho un cuore di formaggio.)

Tornando a noialtri, ma più a voialtri, ci terrei a ringraziarvi pubblicamente.

Grazie per i per i vostri sforzi e per il vostro impegno.
Perché nonostante anche voi, come tutti noi, abbiate un lavoro da lavorare, una famiglia da curare, la spesa da fare, i pasti da preparare, i piatti da lavare, le camicie da stirare, le piante da innaffiare (e potrei anche andare avanti all'infinito ma anche no) a differenza nostra voi fate anche questo.

Grazie per farci da esempio.
Un po' meno per far sentire noi delle merde.

Grazie perché non vi fate spaventare dal diverso. E perché ci insegnate che non c'è nessun motivo per il quale il diverso dovrebbe far paura.

Grazie perché non fate finta che siamo tutti uguali.
Perché sapete riconoscere e valorizzare le differenze. E perché sapete anche scherzarci su.
Perché l'ironia, quando è fatta con l'altro e non sull'altro, è essa stessa accettazione e integrazione.

Grazie per farci riflettere sul fatto che in fondo ognuno di noi, a modo suo, ha dei limiti e delle anormalità. E che non è mica detto che solo perché se non si vedono dal di fuori non esistono.

Grazie perché considerate il prossimo sulla base di quello che sa fare e non sulla base di quello che non sa fare.

Grazie per non esservi arresi davanti alle difficoltà. E per aver creduto in quello che stavate facendo.

Grazie per avermi invitato.

Grazie per avermi intervistato.
E grazie per non avermi fatto vedere l'intervista.

Grazie per le vostre risate.
E anche per il vostro riso.

Grazie per l'ottimo aperitivo, l'ottimo pranzo e l'eccellente servizio.

Grazie per gli allestimenti e per le grafiche fantastiche.
Perché ho visto non solo qualcosa di buono e bello ma anche qualcosa di bellissimo.

Grazie per avermi fatto capire che in fondo a volte le persone che sembrano anormali sono più normali di quelle che tanto normali si credono.



E infine potrei concludere con:
ma soprattutto grazie di cuore per aver reso migliore il mondo in cui vivo.

Ma dato che non voglio far vomitare nessuno concluderò invece con il sempre trendy:
ma soprattutto Grazia, Graziella e grazie al..........



Tutte le info dell'associazione qui:
QUELLI DEL SABATO
Associazione di volontariato a favore di ragazzi diversamente abili

Mentre qui quelle del progetto:
FATTI UNA RISATA







lunedì 12 agosto 2013

Chips di mais bianco e paté di baccalà per MY SECRET DINNER


Ingredienti per 4 persone:

400 gr di baccalà pronto da cuocere
la buccia grattugiata di due limoni
mezzo bicchierino di grappa
1 patata media bollita
50 gr di burro
olio extravergine
pepe rosa

500 ml di acqua
110 gr di farina di mais bianco
un pizzico di sale

Immagina una fresca sera d'estate.
Immagina una bellissima piazza, un bellissimo prato o un bellissimo cortile.
Immagina molta gente vestita di bianco e rosso.

E no, non c'entrano né Verdone né gli ultras né i Giapponesi.

Immaginali arrivare alla stessa ora e nello stesso luogo in modo elegante ed educato.
Immaginali portare un cestino di vimini pieno di prelibatezze preparate con amore.
Immaginali portare con nonchalance un tavolo e delle sedie.
E delle candide tovaglie. E delle stoviglie in porcellana. E dei bicchieri di cristallo. E delle posate d'argento. E un cestello per il ghiaccio. E magari pure un candelabro a braccia.
Immaginali mentre si sistemano con ordine e con cura e allestiscono il proprio posto tavola.
Immaginali tutti seduti insieme.
Immaginali mentre cenano, chiacchierano, ridono, si divertono.

Immagina di poter essere lì anche tu e partecipare, a gratis, solamente mandando una mail.
Immagina. Puoi.

Ti ho messo una curiosità scimmiesca e non vedi l'ora di sapere dove si terrà il primo pic-nic in città?? Allora vola sul sito dell'evento.

Hai un foodblog e hai in mente una ricetta che potrebbe essere perfetta per questo evento?
Allora guarda anche il sito della Sarah, perchè c'è un contest perfetto per te.

Vuoi invece uno spunto per una ricetta facile, buona, locale, che si può preparare in anticipo e trasportabile?
Allora rimani qui e continua a leggere.

Per le chips di mais bianco prepara la polenta come da istruzioni (io mischio acqua farina e sale e faccio cuocere per 90 minuti. Ok, non è prettamente estiva ma tanto la dovrai fare a Settembre quando sicuramente farà un gran fresco).
Versala poi su di un foglio di carta da forno, coprila con un altro foglio e stendila a circa 1 mm di spessore.
Falla raffreddare. Leva il foglio superiore e taglia la sfoglia di polenta a triangoli o rettangoli o rombi o cerchi.
Trasferisci la polenta incisa con il suo foglio di carta ancora attaccato su di una teglia e mettila in forno a 200° per circa 20 minuti fino a quando asciugherà e si formeranno le chips.
Falle raffreddare, dividile e conservale in un sacchetto di carta.
Per il patè metti il baccalà in una pentola piena di acqua fredda con qualche foglia di alloro e qualche grano di pepe. Porta a ebollizione e fai cuocere per 10 minuti.
Fai raffreddare, spella e spina il pesce e frullalo insieme agli altri ingredienti fino ad ottenere una sorta di spuma.
Trasferisci in un vasetto e conserva in frigo fino a quando non dovrai uscire di casa per la MY SECRET DINNER.